Ermini seiottosei
Un nome nuovo e uno “antico” nel mondo dell’auto sportiva
Il primo è quello di Giulio Cappellini, allievo di Gio Ponti, che si è messo a disegnare auto portando il frutto della sua fatica d’esordio in questo settore al Salone di Ginevra.
E’ la Ermini “seiottosei” da scrivere così in minuscolo e tutto attaccato la sportiva che fa entrare, o meglio rientrare, in scena il nome storico di Ermini. E’ quello di un meccanico-preparatore-pilota fiorentino che nel 1947 dopo molte esperienze come elaboratore di motori, realizzò in proprio una Ermini Alfa Romeo Sport 2500 SS, capostipite di una serie di modelli da competizioni (37 in tutto) dalla brillante carriera sportiva. Una storia finita nel 1957 a causa di una malattia e che ora torna d’attualità (auguri!) per iniziativa di due appassionati imprenditori che, rilevando il marchio, hanno dato vita alle Officine Ermini Firenze. Nasce così la 686, con il numero che esprime il peso di questa barchetta ultraleggera con telaio in tubi di acciaio, carrozzeria in alluminio e pannelleria in fibra di carbonio.
Bassa, acquattata e compatta (4,12 mt di lunghezza x 1,85 di larghezza), evoluta nell’aerodinamica, con vano motore spiovente, passaruota bombati, fiancata scavata, grande alettone posteriore, adotta un motore quattro cilindri Renault di 2.000 cc, 16 valvole, 320 CV che dichiara una velocità di punta di 270 km/h e uno straordinario scatto nello 0/100 fissato in meno di 3 secondi.
L’evoluta scheda tecnica continua con il cambio sequenziale a sei marce, la frizione a doppio disco, l’impianto frenante Brembo e le sospensioni “push rod” a doppi triangoli, ruote da 17” con pneumatici Toyo 215/45 davanti e 245/40 dietro.