Donne e motori: gioie e dolori
… ma anche “Donne al volante, pericolo costante”.
Proviamo allora a uscire da queste pure e semplici opinionioni maschili e a cambiare punto di vista: come vive una donna la propria auto? Sicuramente ci sono, per molte signore, limiti tecnici e meccanici invalicabili: cambiare una gomma, andare dal meccanico o dal gommista, fare un tagliando sono tutte attività “da uomini”, tradizionalmente un totale pressoché tabù per una donna. Non tanto per incapacità, ma proprio per attinenza: per il gentil sesso queste faccende sono di minima rilevanza. Ma c’è dell’altro: negli ultimi anni le donne hanno maturato un rapporto migliore con l’auto perché ora si interessano di più alla salute del mezzo, tenendo maggiormente sott’occhio parametri quali consumi e sicurezza; se non altro per l’incolumità di chi sta a bordo, in particolare per i figli.
Madre emancipata o single indipendente per necessità, la donna ha cominciato anche a misurarsi con queste realtà, oltre che come guidatrice più consapevole. Inoltre, stile, linee estetiche, allestimenti, colori e funzionalità rappresentano le caratteristiche per le quali una donna si esprime con sempre maggior autorevolezza e sensibilità e ha maggiore potere decisionale nel momento di acquistare un’auto in famiglia. Motorizzazione, potenza, etc., sono ancora appannaggio prevalente dell’uomo, ma per il resto la donna si fa sentire, eccome.. Come dire che la donna ha un rapporto più empatico con l’auto, mentre un uomo bada alle caratteristiche tangibili. L’uomo razionale, la donna emozionale, ma con buon senso.
In conclusione, fra miti e proverbi, realtà e luoghi comuni, possiamo affermare che la verità sta nel mezzo: perché se da un lato una donna non si presterà mai a studiare a fondo cosa si agita sotto il cofano, dall’altro si interesserà sempre di più della qualità della vita a bordo della vettura che sceglie per sé o per la propria famiglia. Che comunque dovrà sempre soddisfare un senso estetico e pratico che gli uomini se lo sognano.
[E.R.]