L'ASI si proietta nel futuro
E poi si dice che c’è disaffezione per l’auto e che la passione per le quattro ruote è roba da fanatici o, peggio, da irresponsabili.
Bastava essere all’Assemblea dell’ASI - Automotoclub Storico Italiano – per comprendere quanta ignoranza, malafede e autolesionismo c’è in certe posizioni ideologiche e prive di qualsiasi seria motivazione.
Il presidente avv. Roberto Loi ha aperto i lavori illustrando il cammino percorso dall’Associazione dal 1966 ad oggi e che si concretizza nell’adesione di ben 260 Club di appassionati collezionisti e custodi della cultura auto-motoristica italiana e straniera e 202.342 tesserati, 13 Commissioni con circa 300 collaboratori. Intenso oltre ogni attesa il lavoro di certificazione di rilevanza storica dai 1500 del 2011 sono passati a 118.000.
Fondamentale tra gli argomenti trattati e di grande rilevanza internazionale il “progetto UNESCO” che prevede per l’ASI il riconoscimento quale Associazione culturale nell’ambito dei veicoli storici con la richiesta anche, discussa a Parigi con il vice direttore generale del settore cultura del riconoscimento di Torino come Capitale Mondiale del motorismo storico e del design.
Quanto alle attività svolte l’ASI ha ricordato la partecipazione a 9 eventi fieristici di primo livello e l’azione svolta nei confronti delle istituzioni per ottenere una normativa che stabilisca che il veicolo storico non può costituire un parametro per stabilire il reddito del collezionista.
Una prova più che mai concreta e convincente della vitalità dell’Associazione e, in particolare, della passione e dell’amore che continua a circondare il mondo dei motori.