Libri: Giorgetto Giugiaro "Le strade del design"

Non si diventa “Car designer del Secolo” e non si vincono sei Compassi d’oro” per caso. Devi chiamarti Giorgetto Giugiaro e devi avere uno straordinario percorso umano e professionale che parte da una famiglia in cui si respirava arte figurativa e musica. Temo che forse si arrabbi se lo definisco “un artista strappato alla pittura ed alle arti figurative” e un potenziale campione che ha abbandonato il trial, ma lui stesso ammette di “…essere fortunato” per essersi poi trovato “…ad esercitare un mestiere eccitante perché per sua natura il design rappresenta un degno compromesso fra la creatività e la produzione artificiale ed i valori ad essa imposta dall’industria e dal mercato”.

Impossibile non essere d’accordo con questa affermazione di principio che, a firma dello stesso Giugiaro, apre il bel volume che non può mancare nella biblioteca degli appassionati e degli storici del design industriale: “Le strade del design”.

E’ il racconto di una vita messa in pagina dallo sesso Giorgetto nazionale e da Giuliano Molineri in cui lo stesso industrial design, creativo e imprenditore - ma che io (e moltissimi come me) continuo a definire un genio del design ha saputo esprimere tutta la sua arte fondendola con la più rigorosa cultura ingegneristica. Arte e concretezza. E sperimentazione espressa con la convinzione, cito ancora l’autore che …”il design deve mantenere una insostituibile funzione di mediazione tra l’uomo e gli oggetti che fanno parte del suo quotidiano”.

Come le sue auto alle quali ha dato un’anima e uno scopo o le sue concept, oggetti che hanno la scintilla dell’innovazione e dell’unicità.

Tutto comincia, automobilisticamente parlando, alla fine degli anni cinquanta, al Centro Stile Bertone e l’Alfa Coupé 2000 Sprint del 1960 è il primo modello che nasce sotto la responsabilità del giovane Giugiaro, poi seguono la prima Ferrari (la 250 GT 2+2), l”Aston Martin DB4 GT Jet, la BMW 320 CS Coupé 4 posti, la Maserati 5000 GT, l’ASA 1000 GT Coupé e l’Alfa Romeo Giulia GT del 1963. E’ l’inizio di un’avventura che comprenderà oltre 200 creazioni con passaggi alla Ghia e poi, nel 1968, con il proprio marchio Italdesign. E siamo, giusto per restare alle citazioni di universale valore, alla Volkswagen Golf, alla Pony Hyundai, all’Audi 80, alla Lancia Delta, alla Fiat Panda rivoluzione autentica della city car, alla Lancia Thema, alla SAAB 9000, ai primi segni di una trasmissione di cromosomi al figlio Fabrizio, alla Subaru SVX, all’Alfa Brera, alla Ferrari GG50… Un elenco che potrebbe continuare ancora e ancora e che dura tuttora. Ma che deve pur lasciar spazio ad oggetti come le Nikon, i complementi di arredamento, alle bottiglie, alle bici, ai mobili, alle macchine utensili, ai treni, ai gioielli, ai trattori. E anche qui di ben altro spazio si dovrebbe disporre per raccontare una vita di successi e di invenzioni riccamente illustrate e documentate anche con preziose testimonianze inedite e aneddoti  inediti  su: “Giorgetto Giugiaro - Le Strade del Design” edito da Rizzoli, 478 pagine in libreria a 75 euro. 

A margine di questa importante pubblicazione va segnalato il messaggio di ringraziamento ai collaboratori e, altra prova di sensibilità e classe, alla stampa che da sempre ha seguito con il dovuto interesse l’opera del maestro e di Fabrizio a seguito del passaggio nell’orbita del Gruppo Volkswagen. Senza che questa operazione, tutta rivolta al futuro ed alla continuità, nulla abbia tolto alla indipendenza e creatività “dei Giugiaro” e della loro Italdesign.

Siamo noi, come italiani e come professionisti, che dobbiamo ringraziare.