Noi stiamo con Walter
In questo periodo particolarmente difficile per la nostra economia si sono letti – e per fortuna in buona parte accettati – opportuni appelli al senso di responsabilità ed alla serietà.
Diventano allo stesso modo preziosi tutti quegli esempi e quei riconoscimenti che mettono in evidenza le eccellenze del nostro Paese quanto ai comportamenti, alle realizzazioni e soprattutto agli uomini di valore che possiamo ancora vantare e che portano lustro all’immagine dell’Italia in campo internazionale.
Per questo ci sentiamo un po’ tutti orgogliosi (e noi che viviamo nel mondo dell’auto in particolare) del premio “Compasso d’Oro” attribuito a Walter de Silva, il gran capo dello stile del Gruppo Volkswagen.
La serietà dei tedeschi gli ha dedicato un’intera pagina sul Corriere della Sera, giusto riconoscimento per questo autentico artista il cui valore conosciamo da anni e che apprezziamo anche sul piano delle qualità umane e della grande disponibilità e amicizia che da anni ci dimostra, fin da quando dava prova del suo valore in Alfa Romeo.
E fin qui siamo nell’ordine naturale delle cose.
Non possiamo però non restare perplessi, più che perplessi, e anche non poco stupiti, se sullo stesso giornale, un’altra “artista” acquista un’altra pagina a colori per rendere nota al mondo e piangere la morte del suo gatto per seppellire degnamente il quale, in una villa in Sardegna, è stato prontamente noleggiato un elicottero.
Sappiamo bene che ognuno di noi ha una sua propria sensibilità e soffre e gioisce per cose diverse e non c’è quindi ironia o dileggio nelle nostre parole.
C’è la semplice osservazione che, in questa situazione dolorosa per chi la deve subire, avremmo apprezzato un po’ più di serietà e di senso delle proporzioni. Altrimenti è più che lecito il sospetto che non di grande sofferenza si tratti, ma di pura e semplice, e in questo caso detestabile, ricerca di pubblicità. Per non dire che non sono mai graditi i cosiddetti “schiaffi alla miseria”.
Noi comunque, pur amando i gatti (e i cani, gli uccelli, gli ippopotami e l’universo animale tutto) stiamo con Walter.
E con quei soldati morti in missione e ricordati proprio oggi sulle stesse pagine del Corriere, che usavano magari molto più degnamente l’elicottero per una missione di pace e per il buon nome dell’Italia.