Uber Eats
Dopo il servizio "taxi" il cibo a domicilio.
Si espande l'attività Uber che al servizio taxi aggiunge quello di consegna di cibo a domicilio. Ricordiamo che il trasporto persone da parte della multinazionale americana in alcuni paesi europei come Spagna, Francia, Germania e Belgio configura una forma di concorrenza sleale, mentre in Italia opera come Uber Black con guidatore professionista al volante.
Per questo nuovo business, negli Stati Uniti opera già da tempo Uber Eats con un esercito di "pony express" che consegna i pasti forniti dai ristoranti convenzionati. Sono loro che pagano il servizio e sono individuati attraverso una App diversa, ma collegabile, a quella del servizio taxi.
Dopo il primo sbarco a Londra la diffusione in Europa coinvolge ora Vienna, Bruxelles, Copenhagen, Berlino, Monaco di Baviera, Milano, Roma, Madrid, Amsterdam, Zurigo e Stoccolma ed altre grandi centri urbani del mondo per un totale di 44.
A Milano sono un centinaio i ristoranti collegati con i quali Uber ha un semplice rapporto di intermediario tecnico, in verità un po' troppo favorevole quanto a responsabilità dirette o indirette in merito, ad esempio, alla qualità del cibo consegnato ed alla sua corretta conservazione durante il percorso ristorante-domicilio del cliente; sussistono anche problemi relativi alla copertura assicurativa di chi consegna il cibo. Si configurano infine anche possibili attività di dumping e di caccia a posizioni monopolistiche che tendono ad eliminare, attraverso il prezzo, la concorrenza sui mercati che vengono aggrediti.
Situazioni che rendono non più dilazionabile un intervento normativo europeo sulle attività Uber, indipendentemente dalla libera iniziativa e dalla novità di certe proposte di lavoro e di servizi messe a disposizione del grande pubblico.