Viaggio a Merano con la Mini Countryman John Cooper Works
I modelli MINI John Cooper Works sono sempre stati noti per le loro prestazioni esaltanti. Ma questa volta si sono superati: con il suo motore a quattro cilindri da 2,0 litri, la nuova MINI John Cooper Works Countryman rappresenta una inconfondibile esperienza di guida. La nuova generazione della spaziosa vettura tuttofare è anche cresciuta notevolmente e offre ancora più spazio, comfort e sicurezza. E grazie al sistema di trazione integrale ALL4, il crossover è anche molto abile fuori strada. Per capire bene di cosa si tratta, niente di meglio che una corsa a Merano in Alto Adige, attraverso veloci percorsi autostradali, sinuose statali e strade di montagna.
Arrivati a Merano non possiamo che stupirci ancora una volta per questa cittadina che già nell’800 richiamava il gotha della nobiltà asburgica come stazione termale e di cura, in un’atmosfera elegante e mondana: splendidi alberghi, il fastoso Kurhaus, chiese per tutte le confessioni religiose, ville Jugendstil a profusione, in particolare nell’esclusivo quartiere di Maia Alta, ma soprattutto splendide passeggiate immerse nel verde, una in ombra e una al sole a seconda che si venisse in estate o in inverno, lungo il torrente Passirio che scorre nel centro della cittadina. Tutto merito del dottor Huber, che nel 1836 aveva scoperto le qualità curative dell’aria e il benefico effetto dei vini della zona, notizia subito diffusa a Vienna, capitale dell’impero, e in tutta l’Austria, grazie anche all’arrivo dell’Arciduca Asburgo insieme ai più affermati architetti che ricrearono le atmosfere viennesi. Senza dimenticare che a pochi passi, nel borgo di Foresta, sorge la famosa birreria Forst, che nasce nel 1857 in un luogo che fin da subito forniva le migliori condizioni per la produzione della birra: un’acqua superlativa sgorgante dalle sorgenti delle montagne, la possibilità di immagazzinare ghiaccio naturale durante l’inverno, necessario per raffreddare in estate le cantine scavate nelle rocce e una comoda strada per il transito. Oggi, dopo oltre 160 anni, l’azienda è situata ancora qui.
Sono ormai passati i tempi del Gran Premio della Lotteria, ma il fascino dell’Ippodromo di Merano, costruito nel 1935 dal regime per ribadire l’italianità di queste contrade nel quartiere di Maia Bassa, rimane intatto, facendone uno dei ritrovi mondani per eccellenza della cittadina. Il Gran Premio si tiene ancora a fine settembre, ma un motivo di richiamo è certamente costituito anche dalle corse dei cavalli avelignesi, in tedesco Hafling, razza da lavoro locale originaria della vicina stazione montana di Avelengo, posta a 1.290 metri di altitudine.
I Giardini di Castel Trauttmansdorff sono un altro appuntamento irrinunciabile a Merano. Si estendono su una superficie di 12 ettari disposta a digradare su un dislivello di 100 metri, dove la vista si apre su 80 spettacolari ambienti botanici, sulle montagne circostanti e sulla città. Sui sentieri che si snodano dolcemente lungo il percorso, si va alla scoperta di quattro aree tematiche che ospitano piante provenienti da tutto il mondo, attraversando terrazzamenti soleggiati e ruscelli gorgoglianti. Con un’ospite d’eccezione, che in passato apprezzo questi luoghi: l’imperatrice d’Austria Sissi, che arrivò qui la prima volta a bordo della nuova Ferrovia del Brennero insieme alla cagionevole figlia Marie Valerie, di soli due anni, e fu la prima inquilina ad occupare, il 16 ottobre 1870, le stanze di Castel Trauttmansdorff, appositamente rinnovate e arredate per l'imperatrice, con anche un nuovo ufficio del telegrafo collegato direttamente con Vienna. Insolitamente modesta per il ruolo che ricopriva, l'Imperatrice si limitò a occupare solo poche sale del castello, le quali tuttavia, per la grandiosa veduta sulla valle dell'Adige, per le pregevoli stufe in maiolica, per gli affreschi e i soffitti lignei riccamente decorati, sono ritenute le più belle di tutto il castello. Forse fu grazie al soggiorno dell'Imperatrice Sissi a Trauttmansdorff e alla rapida guarigione della figlia che la cittadina assurse, come luogo di cura, a fama mondiale.
A vigilare la conca meranese, a poco meno di milletrecento metri di altezza, la chiesetta di Santa Caterina, appena fuori dall’abitato del piccolo borgo di Avelengo, con i quali è possibile organizzare piacevoli passeggiate nei verdi percorsi degli altopiani della zona.
Il piccolo villaggio di Velloi si estende da 990 a 1.500 m s.l.m. ed è circondato da un paesaggio di contrasti - dolci vigneti a valle, fiancheggiati da un tipico paesaggio alpino. Da questa località, si può godere di una splendida vista; interessante una visita alla Chiesetta della Santissima Trinità, della fine dell'Ottocento.
A due passi da Merano, non poteva mancare una rapida visita a Scena, immersa tra i meleti a seicento metri di altitudine e rifugio dell’Arciduca d’Austria, dove si ritirò con la donna amata per la quale aveva rinunciato al trono e che vi fece costruire il suo mausoleo in stile neogotico, di fianco alla chiesa parrocchiale, che si riconosce per la bella posizione a sinistra della strada che entra in paese, sovrastato dal castello.
Ma prima di lasciare l’Alto Adige, un veloce pellegrinaggio all’abbazia di Novacella, scrigno di opere d’arte importanti e sede di una famosa azienda vitivinicola tra le più antiche del mondo, la cui edificazione è iniziata nel 1142 e a cui seguirono ricostruzioni e ampliamenti anche in chiave difensiva, come dimostrano le mura aggiunte a fine ‘400. Da notare la cappella di San Michele del 1198, a pianta circolare e che precede l’abbazia vera e propria; nel cortile principale, il Pozzo delle Meraviglie edificato nel 1508 e coperto da un’edicola decorata nel 1673. Nella biblioteca, magico ambiente rococò del 1778, si custodiscono oltre 76mila volumi.
Dopo tutto questo girare è giusto parlare della nostra compagna di viaggio, la Mini Countryman. Il nuovo design è caratterizzato da una silhouette nuova e anche il logo John Cooper Works è stato ridisegnato e per la prima volta viene utilizzato nella classica combinazione di colori nero, rosso e bianco. Il coefficiente di resistenza di appena 0,26 la rende una delle auto più aerodinamiche della sua categoria. Il motore, che genera nientemeno che 221 kW/300 CV, accelera da 0 a 100 km/h in soli 5,4 secondi, mentre i 400 Nm di coppia e la velocità massima di 250 km/h rendono l'esperienza di guida esaltante. Il sistema di trazione integrale di serie è sempre preciso e l’impianto frenante con pinze dei freni in colore Chili Red non si fa mai trovare impreparato. Anche il suono caratteristico del sistema di scarico a lamelle rende la vettura immediatamente riconoscibile come modello ad alte prestazioni.
Dispone di 12 sensori a ultrasuoni e di quattro telecamere Surround View che supportano i sistemi di assistenza alla guida e consentono la guida parzialmente automatizzata di livello 2 nel pacchetto opzionale completo Driving Assistant Professional. L'assistente è in grado di rilevare gli spazi vuoti nel traffico necessari per cambiare corsia in direzione di un'uscita e portare il veicolo alla velocità ottimale per il cambio di corsia assistito. Per la prima volta, il guidatore della MINI Countryman può staccare le mani dal volante su percorsi di tipo autostradale fino a una velocità di 60 km/h, purché continui a tenere d'occhio il traffico e sia pronto a intervenire in qualsiasi momento.
Gli elementi aerodinamici con catarifrangenti verticali sul frontale sottolineano l'ampio assetto, mentre i nuovi fari LED con barre orizzontali in JCW Signature Mode conferiscono al crossover un aspetto più espressivo. Il frontale è caratterizzato anche dalla griglia ottagonale in nero lucido e dal logo JCW a tre colori. Il montante C si unisce al tetto a contrasto, che si incurva verso la parte posteriore, conferendo una silhouette agile nonostante la maggiore altezza e larghezza. Nella parte posteriore le luci posteriori verticali incorniciano il corpo vettura sottolineando la maggiore larghezza.
La combinazione di colori sulla plancia, lungo i pannelli delle porte e sui sedili sportivi JCW è un richiamo all'eredità racing, il tutto realizzato con un tessuto bicolore in poliestere riciclato. La parte posteriore della vettura è estremamente versatile e spaziosa: la fila di sedili posteriori può essere regolata in lunghezza fino a 13 centimetri e, con il sedile posteriore abbattuto, anche gli oggetti più ingombranti possono essere facilmente trasportati nel bagagliaio, con una capacità variabile da 460 litri a 1.450 litri.
Per controllare tutte le funzioni di guida si possono utilizzare gli interruttori a levetta della barra di comando. Il display OLED centrale ad alta risoluzione ospita tutte le altre funzioni. Qui è anche possibile selezionare le nuove Experience Modes e impostare l'ambiente di guida preferito utilizzando sfondi e suoni appositamente progettati. La modalità go-kart offre un'esperienza di guida particolarmente sportiva e nell'abitacolo si sente il suono del motore con un'intensità degna di nota. Inoltre, è possibile utilizzare l'assistente vocale per gestire numerose funzioni, come la navigazione, il telefono e l'intrattenimento. L'interazione a comando vocale avviene sul display OLED circolare sotto forma di animazione di elementi grafici, tipografici e di un avatar.
Vettura promossa, verrebbe da dire. E non tanto per la potenza smisurata, l’accelerazione bruciante e l’assetto corsaiolo, un unicum nel panorama delle proposte di questo tipo, con il risultato finale del tutto convincente: suono del propulsore coinvolgente, assetto quasi da pista e consumi sorprendentemente non troppo esosi. Ad un prezzo che, nella versione provata, sfiora i 60mila euro. Non sono pochi, certamente: ma il divertimento è assicurato.