Motore Wankel
Rilancio del motore rotativo Wankel al 44º Tokyo Motor Show.
È stata probabilmente la più inattesa delle sorprese tecniche quella del rilancio del motore rotativo Wankel che Mazda ha riproposto al 44° Tokyo Motor Show con la presentazione della concept Vision.
Una storia da raccontare quella di questo particolare motore introdotto in Italia nel 1964 dalla NSU con la Wankel Spider, piccola sportiva a due posti da 50 CV e 150 km/h seguita, qualche anno più tardi, dalla più nota Ro 80 presentata al Salone di Francoforte del 1967. Aerodinamica ed elegante nella linea, disponeva di un doppio pistone rotante con 2 camere di 497,5 cc; con meno di 1.000 cc totali si disponeva di 130 CV SAE a 5.500 giri.
Due carburatori Solex, cambio a sole tre marce semiautomatico e con frizione monodisco a freddo con convertitore di coppia idraulico a comando elettropneumatico nell'impugnatura della leva e trazione anteriore le altre principali caratteristiche tecniche.
Procedendo con ordine occorre però illustrare, almeno per sommi capi, la componente innovativa di questo motore che il tedesco Felix Wankel aveva presentato al responsabile tecnico della NSU già 10 anni prima per gli opportuni sviluppi.
Semplificando al massimo il concetto informatore della novità consisteva nel sostituire al moto alternato (su e giù) dei pistoni in un cilindro con i relativi problemi di attriti, calore e dispersione di efficienza, con il moto di un pistone di forma triangolare idoneo a formare, con il suo ruotare dentro una camera dal particolare disegno, le opportune camere di scoppio.
Risultato pratico, frutto della grande velocità di rotazione realizzabile, più potenza con cilindrate più basse, minor consumo, meno attriti, rumore e ingombro. C'erano tutte le premesse per interessare molti costruttori tra cui Citroen, Mercedes, Chevrolet, American Motors e Suzuki. La stessa NSU utilizzò il Wankel anche per alcuni modelli di motociclette e così la Norton; perfino l'industria aereonautica ricorse alla nuova tecnologia, specie per la costruzione di aerei leggeri.
Sembrava l'inizio di un nuovo corso tecnico, ma negli anni emersero problemi per i materiali di guarnizione, la tenuta del rotore, l'eccessivo consumo di lubrificanti per l'elevata pressione e temperatura di funzionamento del sistema. Ne derivò un progressivo abbandono, il più significativo dei quali riguardò proprio quello della cessazione della produzione della NSU Ro 80 nel 1977 dopo 37.500 esemplari costruiti. Si occuparono poi di Wankel anche i russi della Zigulì e della Lada che addirittura dotò di modelli Samara Birotore la Polizia e il KGB.
Non abbandonò invece l'idea del Wankel la giapponese Mazda che anzi indirizzò i suoi sforzi di sviluppo alla ricerca di alte prestazioni. E lo scopo fu sicuramente raggiunto prima con la RX-7 (1978-2002) e poi con la RX-8 del 2003 rimasta in produzione fino al 2012 quando, non superando più le norme antinquinamento, venne abbandonata. Con il suo performante birotore "Renesis" di soli 1.308 cc sviluppava 231 CV ad un regime di rotazione di 8.500 giri.
Evidentemente è su questa base che a Tokyo 2015 si è deciso di mettere in scena una concept di grandi prospettive sportive come la Vision vista a Tokyo.
Tra le vetture Wankel di grande produzione Mazda la prima è stata invece la Cosmo Sport presentata al Salone di Tokyo del 1964.
Il vero successo di prestigio, sul quale evidentemente in Mazda ripongono molta fiducia, è stato quello colto nel 1991 con il prototipo 787B da 700 CV, prima auto giapponese a trionfare alla 24 Ore di Le Mans. Un capitale di immagine e di esperienze che ad Hiroshima evidentemente non vogliono disperdere. Per finire un paio di considerazioni: Felix Wankel di origini molto umili e sostanzialmente autodidatta, solo nel 1987 otterrà il titolo di professore dall'Università di Monaco. L'ultima è del tutto personale: è l'augurio che questo rilancio tecnico sul motore rotativo da parte di Mazda riesca al meglio.
Per ragioni di età e di carriera professionale ho vissuto l'epopea e il tramonto del Wankel NSU. Non vorrei vedere un secondo fallimento.