Alpine A290: francesina tutto pepe e adrenalina

12 Nov 2024 Roberto Tagliabue
Alpine A290: francesina tutto pepe e adrenalina

Dalla presentazione in anteprima avvenuta lo scorso luglio, a precedere l’esordio pubblico sul tracciato della 24 Ore di Le Mans, eravamo molto curiosi di poter condurre noi tra le curve la nuova Alpine A290, prima vettura di quel Dream Garage che raggrupperà le novità elettriche che compongono questo dream/green garage: tre auto per far sognare ma con grande attenzione all’ambiente.

Non vogliamo soffermarci di nuovo nella descrizione degli aspetti esterni ed interni della vettura che nasce sulla piattaforma AmpR Small del Gruppo Renault come versione in chiave più sportiva della più sbarazzina Renault 5: lunga poco meno di 4 mt, larga 2 e alta 1,5 mt. Molti sono i richiami al mondo del motorsport passato, i più evidenti sono alle gloriose Renault 5 Turbo a motore centrale: dai parafanghi sporgenti alle carreggiate maggiorate (+ 6 cm rispetto alla R5) con enormi pneumatici Michelin marchiati A29 a rappresentare la serie speciale di Pilot Sport S 5 255/40 R19 disegnati appositamente per questa francesina tutto pepe. 

Più alle Alpine A110, ma in generale alle vetture da corsa del Secolo scorso, il richiamo alle nastrature a “X” dei fari, oggi firma luminosa sia nei proiettori principali sia nei caratteristici fari aggiuntivi. Mentre dietro, la forma delle luci a sviluppo verticale fonde il disegno del passato con l’attento studio aerodinamico diventando così una vera scultura moderna, tanto attenta all’estetica quanto totalmente al servizio della funzionalità.

Saliamo sulla “nostra” Alpine A290 per trovare un fasciante sedile sportivo, ma il vero protagonista è il volante con marcata ispirazione alla Formula 1. Dopo la sorprendente doppietta con i due alfieri al secondo e terzo posto sul tracciato brasiliano in un GP caratterizzato dalla pioggia, il volante con il manettino azzurro sulla sinistra, per gestire i 4 livelli di frenata rigenerativa, ci spinge a sentirci un po’ Pierre Gasly, il più vicino a noi per statura.

Ironia a parte, saliamo di corsa in vettura sotto un temporale che regala un cielo scuro ma con chiazze di un azzurro intenso e un bel arcobaleno ad accompagnarci in quello che sarebbe stato un trasferimento al tramonto. E proprio come Gasly e Ocon gestiamo con parsimonia la potenza che eroga il motore. La versione che stiamo guidando è la più ricca e potente GTS con 160 kW (circa 220 CV, 217,6 per l’esattezza) e 300 Nm. Proviamo le diverse mappature e soprattutto giochiamo con il pulsante rosso sopra la razza destra, marchiato OV acronimo di OVertake, cioè sorpasso: per 10 secondi, in qualsiasi mappatura, si ottiene il massimo della potenza, come se si affondasse totalmente il pedale dell’acceleratore.

L’Alpine A290 si rivela una potente vetturetta scattante e nervosa, dotata di un assetto sportivo che non pregiudica il comfort. Ottima la taratura di molle e ammortizzatori e vincente la scelta del sofisticato retrotreno a bracci multipli, che mantiene costante la superficie d’appoggio nell’arco di escursione. Più marcatamente sportiva la taratura del differenziale autobloccante a controllo elettronico: l’erogazione della coppia è sempre fulminea e in accelerazione è bene tenere le mani salde sul volante se si spinge col destro. Pneumatici e differenziale fanno quel che possono ma, sul bagnato, la tendenza a strappare invita a dosare il gas con parsimonia finché le ruote non sono dritte. Certamente, le emozioni sono forti e comprendono qualche scarica di adrenalina, ma il divertimento alla guida assicurato.

Il secondo giorno il sole ha asciugato l’asfalto e abbiamo anche l’opportunità di provare la vettura tra i cordoli in circuito. Il comportamento cambia radicalmente e la sensazione di sentirci Gasly si riduce per la consapevolezza dei nostri limiti, mentre l’Alpine A290 sembra approdata al suo terreno ideale. 

Sempre nella mappatura più sportiva troviamo l’ottima sorpresa dell’assetto reso neutro dal buon bilanciamento dei pesi (il 57% sull’avantreno), notevole l’aderenza in appoggio nei curvoni veloci e grande reattività dello sterzo nei tornanti più stretti. Con la perfetta aderenza dell’asfalto asciutto troviamo la giusta reattività del retrotreno, sensibile al “tiro-rilascio” e sempre muscolare, ma domabile e piacevole, la reazione alle accelerate decise quando lo sterzo descrive ancora qualche angolo.

Scendiamo dalla vettura con un grande sorriso stampato in volto ma ora occorre illustrare la gamma e dare qualche numero. Con un peso in ordine di marcia contenuto per un’auto elettrica (meno di 1.500 kg) e la batteria da 52 kWh in comune, sono disponibili due motori elettrici: 130 kW (176,8 CV) e 285 Nm o 160 kW (217,6 CV) e 300 Nm. Il primo accelera da 0 a 100 km/h in 7,4 secondi, il secondo impiega un secondo in meno (6,7); 160 e 170 km/h le rispettive velocità massime. Consumi: 15,8 e 16,5 i kWh/100 km, valori realmente riscontrati nel corso della nostra prova, prima di entrare in pista, ovviamente. L’autonomia dichiarata è di 380 km nel ciclo misto che salgono a 507 in città per la meno potente, 364 e 380 km per la 160 kW. Ricarica in DC fino a 100 kWh e in AC fino a 11 kWh, forse l’unico parametro un po’ sottotono rispetto a tutti gli altri. La rete italiana, in costante evoluzione, offre spesso colonnine in AC fino a 22 kWh.

La gamma parte dalla Alpine A290 GT (180 CV) a 38.700 euro, poi si sale con la più ricca A290 GT Premium (sempre 180 CV) a 41.900 euro, e la più potente A290 GT Performance (220 CV) a 41.700 euro. Al top della gamma, che unisce completezza dell’allestimento con le massime prestazioni, la A290 GTS a 44.700 euro. Al lancio l’abituale Premiere Edition, prevista in 1955 esemplari con l’anno di nascita di Alpine, a 46.200 euro. Le vetture sono già ordinabili ed è previsto l’arrivo nel primo quarto del 2025.

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