INFINITI FX 30d

Segmento ai giorni nostri fra i più rappresentativi del concetto di lusso, quello dei grandi veicoli tuttoterreno (SUV e crossover) da tempo non disdegna il “popolare” gasolio, per le evidenti economie d’esercizio così come per le doti di erogazione

20 Jul 2010 motorpad.it
INFINITI FX 30d
Segmento ai giorni nostri fra i più rappresentativi del concetto di lusso, quello dei grandi veicoli tuttoterreno (SUV e crossover) da tempo non disdegna il “popolare” gasolio, per le evidenti economie d’esercizio così come per le doti di erogazione del motore nei regimi di normale utilizzazione.
Nel confronto fra diesel e benzina, la proporzione di vendita per questi veicoli, ormai si aggira infatti su otto a due.
Il più recente ingresso in questo settore è opera dell’Infiniti, marca di lusso di Nissan, che arricchisce il suo modello FX di un interessante motore diesel. Non è un mistero che l’FX, sia nell’edizione sei cilindri a benzina FX37 sia nella V8 FX50, abbia iniziato la sua carriera sul mercato italiano in modo quasi confidenziale e per pochi appassionati. Ruolo in seguito perfezionato con l’inizio dell’importazione ufficiale e che ora la casa giapponese vuole rendere più ampio proprio grazie al nuovo motore.
Un’unità di moderna progettazione, che fa tesoro dell’esperienza Nissan/Infiniti e di quella della Renault, notoriamente associate in quella che è stata chiamata “Alleanza”. Si tratta di un sei cilindri a “V” 3.000 cc, sovralimentato da singolo turbo in grado di erogare 175 kW-238 CV a 3.750 giri e 550 Nm a 1.750 giri. Regimi di tutta tranquillità che non debbono però far pensare a un’indole da “truck”.

Lo spirito sportivo della FX vive più che bene anche in questa versione (del resto ha più coppia del V8, che si ferma a 500 Nm), grazie anche alle caratteristiche strutturali del modello, prima fra tutte la posizione del motore, anteriore longitudinale, leggermente arretrato (Front Midship, secondo la definizione Infiniti), per una distribuzione equilibrata delle masse fra avantreno e retrotreno.
Il propulsore stesso è particolarmente “magro” essendo realizzato con una fusione di ghisa a grafite compatta (CGI) di notevole robustezza, che ha consentito un risparmio di peso nell’ordine del 20%.
L’angolo fra le bancate è di 65°, per cui vicino all’equilibrio ideale (per un sei cilindri) dei 60°, ma in questo modo meno esigente di spazio in altezza. A tal proposito, se qualche purista dovesse storcere il naso, ricordiamo che la Ferrari stessa, sin dai tempi del V6 della Dino e della Lancia Stratos così come per il suo odierno V12, ha da tempo adottato l’angolo di 65°, per cui qualche buon motivo ci sarà...
Ciò che Infiniti voleva ottenere era un funzionamento equilibrato e silenzioso ad andatura costante, senza disdegnare di emettere una bella “voce” nelle salite ai regimi più elevati, obiettivo pienamente raggiunto. Il cambio è automatico adattivo a sette rapporti con possibilità di innesto sequenziale tramite palette in leggero magnesio al volante e selezione “D” per la guida normale e “DS” per quella sportiva, con regimi di passaggio fra le marce più elevati.
La forza motrice è trasmessa al sistema di trazione integrale permanente ATTESA E-TS (Advanced Total Traction Engineering System for All Electronic Torque Split) dotato di frizione centrale elettromagnetica per la ripartizione della coppia che può andare a un massimo del 50% all’avantreno e, in condizioni limite, al 100% al retrotreno.
Ulteriore indizio, quest’ultimo, dell’impostazione sportiva della vettura, che può così essere gestita nelle curve non solo con lo sterzo, ma anche aiutandosi con l’acceleratore, cosa molto apprezzata dagli appassionati della bella guida, naturalmente nei margini di sicurezza offerti dall’ESP.

Oltre a ciò, chi volesse un comportamento stradale ancora più incisivo, può optare per la versione S, dotata di serie dello sterzo attivo sulle ruote posteriori, nonché del CDC, cioè del controllo in tempo reale del funzionamento degli ammortizzatori.
Ben dimensionato su entrambe le versioni anche l’impianto frenante, con quattro dischi di cui quelli anteriori a duplice coppia di pistoncini, completo di assistenza intelligente alla frenata e distributore elettronico dell’energia fra avantreno e retrotreno.
Modello al top delle vendite del marchio, la FX non sfigura certo quanto a equipaggiamento, confermando il ruolo di Infiniti nel settore delle auto di lusso.

La gamma, suddivisa nella versioni GT ed S, prevede per tutte il controllo della pressione pneumatici, sei airbag, tutti gli appoggiatesta attivi, l’automatismo per l’accensione di fari e tergicristalli, i sensori di parcheggio anteriori, posteriori e la telecamera posteriore, il collegamento Bluetooth, la chiave intelligente per l’apertura e l’avviamento, il tetto apribile in cristallo fumé, il volante a duplice regolazione elettrica, con memoria, i rivestimenti in pelle, il sedile guida con dieci regolazioni elettriche e quello del passeggero con otto, entrambi riscaldabili e ventilabili, i fari bi-xeno adattivi.
La S offre in più, oltre ai già citati 4WS e al controllo elettronico dell’assetto, il sedile guida con 14 regolazioni elettriche, i cerchi in lega da 21 pollici invece che da 20 e un connotazione estetica di tono più sportivo. Per entrambe le versioni si può scegliere l’allestimento Premium, che comprende l’impianto audio Bose con undici diffusori, lettore CD/DVD e memoria da 10 Gb, il navigatore satellitare, il sistema ottico per prevenire il cambio involontario della corsia, il cruise control per la distanza di sicurezza, il monitor di visione periferica a 360°.
La Infiniti FX30d è disponibile a 59.700 euro nella versione GT e a 62.200 nella S; per i rispettivi pack Premium bisogna aggiungere 5.700 euro.
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