INFINITI Q50
Tanta tecnologia testata da Vettel e la novità del primo diesel per il marchio di lusso Infiniti
Non è da tutti avere un campione del mondo di F1 come ”Responsabile Prestazioni”. E in fatto di performance, di lui ci possiamo proprio fidare…
Per cui salendo a bordo della nuova, nuovissima Infiniti Q50, abbiamo la certezza che dal punto di vista della tecnica, sicurezza e messa a punto Sebastian Vettel ci ha messo tutta la cura e attenzione che riserva alla sua monoposto. Tanto è vero che ha dichiarato “Sono rimasto colpito daI risultato ottenuto con la Q50 - un’auto che è davvero un piacere guidare. Le sospensioni sembrano quelle di una vettura sportiva e, insieme allo sterzo, garantiscono una risposta eccellente. Trovo notevole anche la potenza del propulsore ibrido con tecnologia Direct Response.”
In effetti, oltre al lusso e alla qualità che sono la prerogativa di base della marca giapponese, sulla nuova Q50 di tecnologie utili ce ne sono forse anche troppe, nel senso che con alcune bisogna prenderci un minimo di confidenza per non correre il rischio di esserne perfino distratti o sorpresi dal funzionamento.
Di certo è che ci troviamo davanti ad un prodotto Premium nel vero senso della parola che parte da un’innovativa personalità stilistica e che attacca frontalmente la miglior concorrenza tedesca e inglese del settore e con una forte carica di esclusività.
Lunga 4,79 mt, larga 1,82 e alta 1,46 arriva in Italia in due versioni legate alla motorizzazione: 2.200 cc turbodiesel da 170 CV con un prezzo d’ingresso molto interessante, 36.100 euro che sale fino a 45.500, e 3.500 cc ad alimentazione ibrida da 364 CV e 54.495 euro per la trazione posteriore e 57.015 per la AWD; scelte che confermano da un lato l’attacco più deciso al mercato europeo mettendo in campo il primo diesel di marca e dall’altro l’affondo anche sull’ibrido che, dalla grossa ammiraglia “M” passa, con opportuni aggiornamenti e incrementi di efficienza, su una berlina di segmento medio-superiore con ambizioni di ben più ampia diffusione.
Il discorso sul vasto pacchetto tecnologico parte da una novità: il Direct Adaptive Steering a richiesta con il motore diesel e di serie sulla Hybrid. In pratica si tratta di uno sterzo elettronico con soluzioni di tipo areonautico che normalmente utilizza una frizione per scollegare il comando delle ruote mentre sulla cremagliera agisce un motore elettrico. Al pilota sono offerte quattro modalità di intervento in relazione al tipo di guida e di percorso. Il sistema è collegato anche al dispositivo che segnala il superamento involontario della corsia con correzioni che possono essere preimpostate, personalizzate e regolate nell’intensità della risposta al volante. Piuttosto complicato a raccontarlo, ma efficace e abbastanza intuitivo nell’utilizzo. In caso di guasto si attiva automaticamente il collegamento meccanico con le ruote.
Citando solo le più importanti delle tecnologie imbarcate va segnalate il Safety Shield che si incarica di prevenire le collisioni, il controllo della distanza di sicurezza, la visone a 360°, la frenata intelligente, lo Speed Range, la memoria e le impostazioni personalizzate per 4 conducenti del motore e della trasmissione, la reale trasformazione dell’auto in uno smartphone con tutte le sue applicazioni, tutte regolazioni che si realizzano tramite schermo touch screen.
La motorizzazione diesel, il primo 4 cilindri a gasolio di Infiniti a trazione posteriore, è di origine Mercedes e sviluppa 170 CV con 400 Nm di coppia; dichiara un consumo medio di 4,4 l/100 km, 114 g/km di CO2, scatta da 0 a 100 in 8,7 secondi e tocca una velocità di punta di 231 km/h.
Il V6 di 3.500 a benzina manda alle ruote (anche 4x4) 302 CV che si incrementano a 364 con l’apporto dell’unità elettrica con il risultato di 5,1 secondi da 0 a 100 km/h, 250 km/h di velocità massima, 6,2 l/100 km e 144 g/m di CO2. Il cambio nel primo caso è manuale o, a richiesta, automatico a 7 rapporti, mentre la trasmissione automatica è di serie con l’ibrido.
Nell’allestimento interno realizzato in due zone distinte e asimmetriche, spiccano i sedili realizzati sulle esperienze NASA e lo sdoppiamento del cruscotto per favorire contemporaneamente il pilota nelle funzioni di guida e controllo e i passeggeri in quelle di confort, intrattenimento e collegamento con il mondo esterno.