Mini Clubman

Un surplus di versatilità nella Clubman ultima protagonista del cambio generazionale di Mini.

26 Oct 2015 Marcello Pirovano
Mini Clubman

Che quello di Mini sia uno dei cambi generazionali di maggior interesse è ormai universalmente accertato, accettato e oggetto di studio. Entrata infatti nell’orbita BMW la storica e inimitabile “invenzione” di Alec Issigonis ha infatti dimostrato una straordinaria capacità di trasformare quello che era un semplice modello in una vera e propria gamma di innovative interpretazioni dell’idea originale. L’ultima di queste rivisitazioni è la Clubman che segue la 3 porte, la 5 porte, la Paceman e la Countryman, in attesa della Cabrio che è andata a cercare gloria in anteprima mondiale al Salone di Tokyo. Cosa non senza significato.

La Clubman, dunque. bisognerà pur dire subito che comincia ad essere non più del tutto “giusto” continuare a chiamarla Mini. Siamo infatti in presenza di una vettura che misura 4,23 mt di lunghezza, 1,80 in larghezza e 1,44 in altezza su un passo di 2,67 mt. Sono misure che la sconfinano nel segmento C, quello delle berline per famiglia con tanta disponibilità di spazio e versatilità, con anche qualcosa in più.  È infatti del tutto nuova l’accessibilità che deriva dal numero di porte salite a sei. Quelle posteriori si aprono infatti ad armadio con, in più, disponendo del sistema (opzionale) Comfort Access e la funzione Easy Opener si aprono con il semplice passaggio di una volta il piede sotto il paraurti posteriore per spalancare la portiera destra e due volte per l’apertura completa. Si dispone così di un bagagliaio con una capacità di 360/1.250 DMC utili, integrati anche da numerosi vani. I sedili posteriori sono con schienale frazionabile in rapporto 40/20/40.

Nell’abitacolo completamente ridisegnato spicca il grande strumento circolare che cambia di colore e intensità in funzione dell’andatura e della modalità, i sedili sono a regolazione elettrica e trova posto il sistema infotainment Mini Connect tra i più sofisticati in circolazione. Tutto quello che può ricordare di trovarsi a bordo di un modello Premium tra i più dotati raffinati per qualità e meglio dotati è imbarcato in una cornice di levata qualità dei materiali e dei dettagli, oppure è ottenibile con le possibili personalizzazioni.

Le motorizzazioni proposte, tutte con tecnologia Twin Power Turbo e ampiamente collaudate muovono con i tre cilindri di 1.500 cc da 75 CV e 180 Nm per la ONE (22.300 Euro) e da 116 CV e 270 Nm della ONE D (24.800 Euro); seguono la COOPER con il tre cilindri di 1.500 cc da 136 CV e 220 Nm (24.800 Euro), il quattro cilindri di 2.000 cc da 192 CV (28.800 Euro) della COOPER S, il quattro cilindri di 2.000 cc da 150 CV e 330 Nm della COOPER D (27.300 Euro) e il quattro cilindri di 2.000 cc, 140 CV e 400 Nm della COOPER SD (31.300 Euro).

Sono governati, secondo i casi da cambi manuali a sei marce previsto di serie per tutte le versioni, ma per la Cooper S è disponibile anche lo Steptronic a otto rapporti che con i tre cilindri è a sei rapporti.

Ogni esigenza di uso, abitudine di guida, controllo dei costi, è assolta nel migliore dei modi con il denominatore comune di un go-kart feeling ottimizzato dalla carreggiata maggiorata, dall’allungamento del passo e dalla specifica taratura delle sospensioni. Le maggiori dimensioni e peso, per contro, non hanno alterato la maneggevolezza e la corretta risposta delle ruote allo sterzo elettromeccanico con funzione Servotronic e le cose migliorano ulteriormente disponendo (a richiesta) del Dynamic Damper Control per le sospensioni.

Va infine segnalato che, oltre a tutti i sistemi di assistenza, porta un apprezzabile aiuto alla guida il Mini Head-Up Display che proietta direttamente su un display tutte le informazioni utili fuoriuscendo nella parte alta del cruscotto consentendo la massima concentrazione alla guida.       

 

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