Opel Astra serie “K”

Undici (come la lettera K) le generazioni di Opel compatte partendo dalla Kadett del 1936. Ora una Opel Astra K.

08 Oct 2015 motorpad.it
Opel Astra serie “K”

La quinta generazione della Astra si presenta con una  una lettera “K” che ricorda che 11 sono le  “compact” della casa di Rüsselsheim vede ben 11 generazioni della vettura, a partire dalla prima Kadett del 1936.
La nuova Astra 5 porte vuole porsi come il riferimento non solo nel suo segmento, ma anche nei confronti di vetture di classe superiore.
I suoi atout sono la tecnologia d’avanguardia, il livello dei servizi di bordo e la piacevolezza di guida.

Rispetto alla precedente serie “J” la nuova Astra beneficia di una cura dimagrante che ha portato a cali fra 120 e 200 kg complessivi. Merito dell’impiego di acciai ad alta resistenza e di motori interamente in lega leggera. Questi, a eccezione del “normale” 1.400 cc 16V da 100 CV, sono tutti sovralimentati con turbo e iniezione diretta. All’insegna del downsizing, si parte dall’Ecotec 3 cil. 1.000cc  da 105 CV, con la gamma che si allarga con il 4 cilindri 1.600 cc da 150 CV e il 1.600 cc da 200 CV. Completano l’offerta i diesel 1.600 cc CDTI nei tre livelli di potenza 95-110-136 CV.

 

La nuova Astra segna un cambio di rotta anche nel dimensionamento: lunga 4.370 mm (-50 mm), larga 2.042 (con retrovisori) e alta 1.485 mm (-25 mm), segna un generale “snellimento” nelle misure canoniche, ma riesce comunque a guadagnare spazio nell’abitacolo, in particolare con +35 mm di lunghezza per chi siede dietro e +22 mm in altezza per guidatore e passeggero anteriore.

 

Nel look la vettura esprime quanto sopra esposto, con volumi asciutti e spigoli posti a esprimere dinamismo. L’ampiezza dell’abitacolo è sottolineata dal punto di partenza del primo montante molto avanzato e dal padiglione a effetto sospeso al posteriore, grazie all’apparente interruzione del terzo montante.

Di conseguenza, l’abitacolo vede una plancia molto estesa verso l’anteriore e una buona ariosità generale.
Il vero plus è però dato dai sedili anteriori che, via via, possono essere dotati di memoria, riscaldamento (anche al divano posteriore, massaggio, ventilazione e regolazione elettrica della larghezza dello schienale. Tutto certificato dall’istituto AGR (Aktion Gesunder Rücken), che si occupa della postura per le migliori condizioni di salute della schiena.

 

Altro elemento innovativo si trova nei fari IntelliLux a matrice di led, che permettono un uso continuativo degli abbaglianti senza infastidire chi ci precede o chi arriva in senso contrario, grazie a un sensore che regola selettivamente il fascio luminoso.

Molto evoluto anche l’infotainment, con l’integrabilità di smartphone Apple o Android e il sistema OpelOnStar per un’assistenza personale su misura 24/24 ore (ma non ancora organizzato in Italia).
Non mancano il sistema automatico di riconoscimento della segnaletica di cui Opel è stata pioniera, la frenata d’emergenza automatica e il servocontrollo per il mantenimento della guida nella propria corsia.

 

Nella nostra prova, abbiamo dedicato il maggior tempo alla 1.0T Ecotec e alla 1.6 CDTI/136 CV. La prima perché offre un livello di potenza tipico delle vetture di questa classe, proponendolo in modo nuovo. Il livello della coppia massima di 170 Nm è quello di un 1.800 cc aspirato, ma la curva di erogazione è ben più generosa: da 1.800 a 4.250 giri. Ne risulta una guida più “distesa”, che si presta a impiegare con facilità le marce più lunghe e a cambiare marcia più raramente. L’entrata in coppia è molto graduale, tanto che più che con un piccolo “3 turbo” sembra di avere a che fare con un benzina di maggior cubatura.

 

Il CDTI, dal canto suo, è una conferma delle solite doti: i 320 Nm 2.000-2.250 si fanno ben sentire, sempre naturalmente con un “vuoto” ai bassi regimi, che qui cessa a partire da 1.800 giri. In compenso l’allungo tocca il 4.700 giri e l‘effetto muro agli alti non è così drastico come spesso succede.

 

Su strada, la nuova Astra ha mostrato una notevole omogeneità. Su un percorso misto veloce, la vettura ha dato sfoggio di precisione ai comandi e di un notevole controllo delle sospensioni. La coerenza fra avantreno e retrotreno ha fatto sì che anche gli interventi – saltuari – dell’ESP siano stati appena percepibili. Ciò probabilmente anche grazie a un retrotreno che è sì semplice nella cinematica (è a ruote interconnesse), ma integrato da un parallelogramma di Watt, che evidentemente fa bene il suo lavoro.

 

Opel non ha avuto remore a dichiarare che la nuova Astra può essere paragonata anche a vetture di altra levatura e prezzo, nell’ambito del comfort e dei servizi di bordo e si può essere d’accordo. La vettura è già disponibile nella versione 5 porte (la wagon a giugno) con prezzi da 17.600 per la 1.4/100 CV, da 20.000 euro per la 1.0 Ecotec turbo e da 22.000 euro per la diesel CDTI/95 CV.

 

Come è ormai usanza gradita, sul prezzo di listino la Opel pratica una promozione lancio di 2.500 euro, a cui si aggiungono ulteriori 1.000 euro di accessori opzionali. Quasi quasi ci “stanno dentro” i fari IntelliLux, dal costo di 1.300 euro.

 

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