Opel Grandland PHEV: candidata alle flotte

12 Mar 2025 Roberto Tagliabue
Opel Grandland PHEV: candidata alle flotte

Dopo la versione elettrica, vista in anteprima e provata in seguito alla fine dello scorso anno, è giunto il momento del primo contatto con la versione Plug-in Hybrid, tecnologia che già da tempo Opel spinge sul SUV di segmento C, in passato anche con soluzioni a trazione integrale.

Grandland si colloca tra le prime vetture del gruppo Stellantis ad approdare al mercato utilizzando la piattaforma STLA Medium, pianale che consente di soddisfare diverse esigenze d’utilizzo. La gamma è completa e interamente elettrificata: si passa dalla full hybrid, con il compatto tre cilindri da 136 CV coadiuvato da un motore elettrico a 48 Volt inserito nel cambio a doppia frizione, per arrivare alle diverse declinazioni elettriche 2WD e 4WD, alcune già disponibili altre in arrivo, con batterie di diverse capacità. Nel mezzo dell’offerta c’è l’ibrida ricaricabile, ora solo a trazione anteriore, protagonista della nostra prova in anteprima.

La vettura è cresciuta di dimensioni rispetto al passato: 4,65 mt di lunghezza (+172 mm), 1,93 di larghezza (+49 mm), 1,66 di altezza (+35 mm) con il passo che sale a 2,79 metri (+120 mm), migliorando così tanto l’abitabilità quanto la capacità di carico che parte da 550 litri fino a 1.645 in configurazione due posti, in tutte le differenti motorizzazioni. Misure che ribadiscono l’appartenenza del nuovo SUV Opel al segmento C, rivestendo così il ruolo di ammiraglia della Casa di Rüsselsheim.

Origine tedesca che viene con orgoglio sottolineata sia negli stilemi sia nella parte termica del sistema di propulsione. Le linee scolpite e prive di cromature mettono in risalto il logo anteriore e la scritta posteriore anche retroilluminati. La semplificazione dell’interfaccia uomo-macchina è un altro must del costruttore tedesco che ribadisce l’operazione di “detox” tanto nei comandi quanto nelle informazioni visive. Lo schermo centrale ha uno sviluppo orizzontale dalle dimensioni non troppo invadenti, ma è soprattutto il display dietro al volante che si semplifica e riduce tanto nell’ingombro quanto nella complessità delle informazioni che, invece, sono proposte in modo sintetico, immediatamente leggibile e non distraente, sull’head-up display.

Come tradizione sono di altissima qualità i sedili anteriori, con la peculiare denominazione AGR dell’ente tedesco che certifica l’ergonomia e, nel caso delle automobili, la capacità di adattarsi alle differenti fisionomie degli occupanti. Dispongono del brevetto Intelli-Seat composto da uno speciale solco al centro del sedile creato per ridurre la pressione sul coccige. Inoltre, tutti tessuti e i rivestimenti interni è realizzato con materiali riciclati.

Ricca e completa la dotazione degli ADAS, non tutti di serie però, tra i quali troviamo l’evoluzione di un altro must di Rüsselsheim, i fari a matrice di Led antiabbagliamento Intelli-Lux HD. La tecnologia, in costante evoluzione, ha portato la matrice di Led a essere creata da oltre 50.000 pixel che consentono di disegnare il miglior fascio di luce possibile senza abbagliare tanto chi sta davanti quanto chi procede in senso opposto.
Queste le caratteristiche comuni a tutte le Opel Grandland.

Vediamo ora in dettaglio cosa differenzia la versione PHEV che è costruita intorno al motore quattro cilindri turbo a iniezione diretta che, complessivamente con l’unità elettrica, raggiunge i 195 CV e 250 Nm. La trazione sulle ruote anteriori è trasmessa attraverso il cambio eDTC a 7 rapporti che contiene anche il motore elettrico, alimentato da una batteria della capacità utilizzabile di 17,9 kWh, per una autonomia, nel ciclo misto WLTP, di 87 km che portano complessivamente a 900 km la percorrenza senza rifornimento sia di corrente che di benzina.

Al volante si apprezza il comfort che ben si armonizza con le prestazioni che sono comunque discretamente brillanti se si accelera con decisione, con uno scatto da 0 a 100 km/h in soli 7,8 secondi e una velocità massima di 220 km/h. Ma più della brillantezza si apprezza il comfort complessivo, anche in seconda fila, e l’ottima visibilità esterna.

Molto più discreti che in passato gli interventi correttivi degli ADAS, soprattutto nell’invito al mantenimento della corsia. Ottima l’insonorizzazione, che si apprezza in particolare in modalità EV. Efficiente il sistema ibrido anche a batteria scarica: il comportamento resta simile a un full-hybrid con frequenti interventi dell’unità elettrica soprattutto in città. Il merito è anche dell’efficace sistema di ricarica che sfrutta decelerazioni e frenate per fornire un po’ di corrente alla batteria.

L’operazione di detox riguarda anche il listino: solo due allestimenti, Edition e GS, cui si sommano una manciata di pacchetti di optional per soddisfare le combinazioni più richieste. Opel Grandland PHEV 195 CV eDTC parte dai 42.500 euro della versione Edition che salgono a 45.500 della GS. Solo con la combinazione di più pacchetti si superano i 50 mila euro. Molto utile il Tech pack (1.700 euro) che contiene, oltre all’head-up display, le telecamere a 360° e, soprattutto, completa la lista degli ADAS.

Senza nascondersi dietro a un dito, possiamo dire che finora tra le proposte elettrificate le Plug-in hanno faticato parecchio a penetrare nel mercato. Le più frequenti obiezioni sono: il prezzo superiore, il peso soprattutto dovuto alla batteria di maggiori dimensioni rispetto alle full-hybrid, ma anche la difficoltà e i tempi di ricarica. A quest’ultimo ostacolo Opel ha posto in parte rimedio offrendo la possibilità (optional a 500 euro) di avere il caricatore monofase fino a 7kW, riducendo così i tempi di ricarica.

Un significativo incentivo all’utilizzo delle Plug-in proviene però, una volta tanto, dal legislatore, che ha ridotto le imposte nel caso in cui questa tipologia di auto venga fornita come “fringe benefit” dalle aziende ai dipendenti, seguendo quella per le elettriche, fiscalmente ancora più convenienti. La favorevole fiscalità le rende particolarmente appetibili per entrambe le parti, spingendo così le imprese ad adottare queste vetture rispetto ad altre con motori tradizionali, magari anche Diesel che offrono consumi spesso ancora imbattibili. Una spinta non da poco per chi gestisce le flotte, alla quale però dovrà affiancarsi una corretta politica di incentivo al reale utilizzo in elettrico, magari con la fornitura di tessere di ricarica insieme a quelle per il carburante, agevolando anche il corretto impiego e non solo riducendo la voce nel “cedolino”.

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