Peugeot 108
Con la Peugeot 108 si completa il trio delle baby-car della joint venture PSA-Toyota
Dopo i nostri reportage del 13 giugno per la Toyota Aygo e del 17 giugno per la Citroen C1, ecco che ora tocca alla Peugeot, che per la sua piccolina si toglie lo sfizio di “guadagnare un punticino”, passando dalla sigla 107 alla nuova 108. Quasi a dimostrare che la nuova vettura offra quel qualcosina in più di prima, pur senza esagerare nelle dimensioni.
Siamo infatti entro i 3,47 metri di lunghezza per 1,62 di larghezza, eppure dentro ci si sta in quattro e chi è seduto dietro dev’essere alto più di uno e 80 per sfiorare il soffitto.
Ma cominciamo “da fuori”. La 108 gioca la carta dell’eleganza. Guardandola, torna alla mente il motto “Peugeot c’est serieux” che tanto contribuì alla fama della casa del leone. Ogni particolare è proporzionato con gli altri, mentre le forme generalmente smussate sono tese da alcune nervature su cofano e tetto. Ben calibrata la presenza di finiture a effetto cromo.
Insomma, una vettura che esteticamente non gioca a spiazzare, ma rassicura l’osservatore. A contraltare di quest’impressione c’è la vastissima personalizzazione. Oltre alla carrozzeria a 3 o 5 porte, c’è l’offerta del tetto in tela apribile elettricamente, ben realizzato e con scelta di 3 colori, in opzione a 1.150 euro. Ma soprattutto, ben 7 temi decorativi a scelta del cliente su soggetti grafici classici o più informali. Ciliegina sulla torta, la verniciatura bicolore, un tocco d’antan riservato però alla sola 3 porte.
La posizione di guida è corretta, con il volante che bascula assieme all’intero cruscotto, cosicché sia sempre visibile. Le indicazioni sono poste in modo concentrico. Mentre il contagiri fa un poco la parte della cenerentola, lì sulla sinistra, con una modesta indicazione a barrette. Un vero peccato, perché il tre cilindri mille da 68 CV, da buon “oriundo giap” ama girare alto (prende i 7.000 giri che è un piacere).
Non da meno il nuovo 1.200 cc da 82 CV, anch’esso fedele ai 3 cilindri. Un motore che esordisce proprio con questa serie di vetture (non ancora per Aygo, però) e che offre quella sostanza in più per chi esce spesso dalla cerchia cittadina.
Le differenze di carattere fra i due propulsori sono sottili e hanno diviso i giudizi fra i tester presenti. Abbiamo trovato il “mille” più vivace mentre il “milledue” è naturalmente un po’ più pieno. Le sonorità, pur sempre nel tipico “sound ¾”, sono diverse: secca quella del piccolo, più cupa nel 1.200, ma senza essere mai fastidiosa. Paradossalmente a velocità costante il mille si fa sentire meno, mentre in accelerazione non è un campione di discrezione.
Come sempre più spesso accade con le novità automobilistiche, anche questa volta il clou riguarda quella che è una dotazione apparentemente di contorno. Parliamo del grande touch screen da 7 pollici (178 mm di diagonale) col quale si comanda tutto quanto e, soprattutto, si naviga senza navigatore di bordo. In questo caso il display fa da semplice specchio (infatti lo chiamano Mirror Screen) di ciò che appare sul proprio smartphone, collegato in plancia tramite presa USB. Per cui si può inserire le opzioni sia da telefonino, sia dal touch screen.
La concezione è geniale e molte scuole di pensiero del settore affermano che è la via del prossimo futuro, almeno per le auto economiche (si risparmia il prezzo del navigatore di bordo). Alla prova dei fatti, non possiamo che confermare la bontà del sistema che, del resto, riporta semplicemente ciò che si è scelto per lo smartphone.
E veniamo ai prezzi.
9.950 euro è il prezzo d’attacco della 1.0 VTi Access 3 porte (+500 euro per la 5 porte), completa di ESP, Hill Assist (funzionante in salita e in discesa), indicatore del calo pressione negli pneumatici, proiettori con luci diurne a led. La stessa vettura in allestimento Active costa 1.550 euro in più, includendo il climatizzatore, il WIP Bluetooth e i cerchi maggiorati a 15”. Altri 1.000 euro permettono di portare a casa la serie Allure, completa di cerchi in lega, alzacristalli anteriori e retrovisori elettrici, clima elettronico, volante e leva cambio in pelle e Mirror Screen. Da prendere in considerazione per l’uso cittadino intensivo, il cambio robotizzato con palette al volante, a 500 euro in più su alcune versioni della 1.0 VTi.
Per coloro che, infine, volessero il plus dato dal 1.200 cc, la differenza di prezzo col 1.000 VTi è di soli 500 euro.