PEUGEOT 208 R2

Una giornata da pilota ufficiale con la squadra Peugeot Sport Italia.

31 Jul 2013 motorpad.it
PEUGEOT 208 R2

Essere un pilota ufficiale è uno dei sogni impossibili di noi appassionati di motori e di corse automobilistiche.

A me l’occasione tanto attesa è capitata nei giorni scorsi quando sono stato invitato a provare la Peugeot 208 R2, la vettura utilizzata quest’anno dalla casa francese nel CIR, il Campionato Italiano Rally.

È quella, per intenderci, guidata dal pluricampione Paolo Andreucci, sempre navigato da Anna Andreussi, che sta dominando senza troppi problemi la categoria tra le due ruote motrici e che è stata sviluppata per i clienti sportivi che vogliono un mezzo affidabile, economico, con costi di gestione contenuti e soprattutto capace di prestazioni di rilievo.

Insieme ad un ristrettissimo gruppo di giornalisti ci siamo trovati a Castelnuovo Garfagnana dove abbiamo trovato a nostra disposizione non solo la vettura, ma tutta la squadra della Racing Lions  appositamente convocata per seguirci con il responsabile Fabrizio Fabbri a dirigere il lavoro dei quattro tecnici presenti.

Inoltre a farci da tutor proprio Paolo Andreucci, forse intervenuto perché non si fidava (con ragione) delle nostre doti di guida. Si è messo davvero a nostra completa disposizione cominciando con lo svelarci i segreti della 208 R2 e con una serie di preziosissimi consigli su come affrontare la “prova speciale” che ci attendeva. Il test è stato programmato su un tratto del Rally del Ciocco, sulla parte finale della PS Carregine, opportunamente chiusa al traffico da percorrere nei due sensi, salita e discesa.

La scheda tecnica della macchina si basa su un motore di 1598 cc aspirato con doppia fasatura variabile delle valvole che eroga 185 CV a 7800 g/min sviluppato partendo dalla base del 1.6 VTi che di serie ha 120 CV. Viene spogliata di tutti gli interni e rinforzata con una gabbia di sicurezza e dotazioni antincendio per arrivare al limite del peso d’omologazione della classe fissato in 1030 kg. La trazione è sulle ruote anteriori e viene trasmessa attraverso un cambio sequenziale meccanico a cinque rapporti con comandi al volante con innesti frontali e differenziale autobloccante.

La prima cosa che mi è chiara è che sulla carta si tratta di una vettura semplice da guidare, proprio per la potenza contenuta a 185 CV - spesso ci capitano tra le mani vetture di serie ben più potenti - ma questa è un’auto da corsa quindi cambia tutto.

Guardando i dati si capisce che bisogna cercare i CV in alto e quindi è necessario tenere sempre in tiro il motore, un guida che ormai non si riesce più a fare sulle strade aperte al traffico, una difficoltà in più di cui tenere conto.

La giornata è inizia con le ricognizioni, con un’auto di serie guidata da Andreucci che ci spiega con quali marce e traiettorie affrontare le curve. Non è un tratto veloce, ma una serie di sequenze ravvicinate con un breve allungo da affrontare con ritmo che termina in un piazzale con al centro un albero intorno al quale girare per iniziare il tratto di ritorno.

Si passa poi alla seconda fase, ovvero due passaggi con la propria vettura per verificare in prima persona la strada; lo faccio con una 208 GTI che ha 15 CV in più della R2 grazie al piccolo 1.6 THP turbo. 

L’ordine del test viene fatto secondo la corporatura, per non dover spostare troppe volte la posizione del sedile e l’emozione sale quando vengo chiamato dai tecnici per prendere le misure e avere le prime istruzioni. Sembra tutto abbastanza normale: l’avviamento avviene attraverso una centralina tra i due sedili, il display centrale indica il rapporto inserito, e il cambio sequenziale è attaccato al volante e tirando si sale di marcia mentre in direzione opposta (verso il cruscotto) si scala. C’è anche il freno a mano per le inversioni ma bisogna saperlo usare, “un colpo secco e via si gira, cosa vuoi che sia”, mi dicono…

Paolo Andreucci mi spiega ancora i comandi, non sembra preoccupato per il fatto che tra poco la sua auto passerà di mano a giornalisti, molti dei quali senza alcuna esperienza agonistica.

Mi porto al via dove attendo il segnale di partenza dopo l’ultimo controllo che la strada sia libera. Parto e la prima difficoltà è proprio nel ricordarsi le caratteristiche della strada e le traiettorie suggerite; mi concentro e almeno non faccio spegnere il motore.

Sono tante le cose da controllare, i led che segnalano il momento di cambiare marcia (da verde a rosso), perché a dar retta all’orecchio non si sfrutta per niente la 208. La prima salita finisce in un attimo e adesso si ripete lo stesso tratto scendendo e sono davvero in un’altra strada completamente differente, per velocità raggiunte e per frenate. Passaggio dopo passaggio prendo confidenza e la cosa che noto immediatamente è che pur trattandosi di una trazione anteriore, non ci sono fenomeni di movimento del posteriore; l’auto non sbanda e anzi segue perfettamente l’avantreno lasciandomi concentrato a dove mettere le ruote. All’ultimo giro ci provo. Uso il freno a mano e la 208 R2 ubbidisce con un 180° perfetto, e riparto, ma un meccanico mi ferma e mi indica il tendone. Game Over!

Subito i meccanici a controllare che tutto sia in ordine, mi chiedono impressioni sulla vettura, su cosa c’è da mettere a posto, i fotografi lavorano come se fossi io la star, ma sono in prova speciale o cosa?  Anche Andreucci vuole subito sapere come è  andata.

Ma non è finita perché la 208 R2 ha retto benissimo il test ed è rimasto del tempo per fare qualche passaggio a fianco del pilota titolare. “Sai non ho mai fatto questa strada con la piccolina, ci sono sempre venuto con le altre” mi dice prima di partire, mentre fa dei tondi per scaldare le gomme.

E’ qui che si capisce come e perché Paolo abbia vinto sei titoli italiani rally. E’ un altro modo di guidare, di sfruttare l’auto ed anche, per chi non è abituato, di valutare le possibili situazioni di pericolo. Incredibile la velocità di esecuzione delle varie manovre, impensabile la velocità di certi passaggi e inarrivabile la sintonia tra il mezzo e l’uomo/pilota che la sta guidando con tanta maestria.

Altro che tornare a casa con la pur divertentissima 208 GTi: qui ci vuole presto un’altra giornata a fianco del “maestro” che, comunque, qualche complimento, alla fine me l’ha pur fatto.  

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