BMW ART CAR
28 Dec 2010 motorpad.it
Tutto parte verso la fine degli anni 70 quando un noto gallerista francese e gentleman driver Hervé Poulain propone ad alcuni artisti di fama internazionale l’idea dei dipinti in movimento e alla casa tedesca di farli partecipare alla 24 ore di Le Mans.
Nascono così le Art Car e la prima di questa serie è la 3.0 CSL del 1975 numero 93 disegnata da Alexander Calder qui impegnata nell’unica gara disputata, l’edizione del 1975 con alla guida l’equipaggio Guichet-Posey-Poulain. Si tratta di una vettura della classe TS, le allora turismo e non arriva alla fine ritirandosi alla 9° ora.
L’anno successivo tocca alla 3.0 CSL TURBO sempre iscritta alla maratona francese questa volta affidata a due grandi esperti delle gare endurance, gli americani Brian Redman e Peter Gregg. La numero 41 iscritta in gruppo 5, dipinta da Frank Stella anche in questo caso non vede il traguardo.
Arriviamo così al 1977 quando BMW cambia modello iscrivendo sul circuito della Sarthe la 320 i TURBO. L’autore è nientemeno che Roy Fox Lichtenstein, un altro dei maestri della Pop Art americana, e la numero 50 affidata all’equipaggio composto dal gallerista Poulain e dal connazionale Mignot raggiunge il traguardo in nona posizione. Per la prima volta una ART CAR arriva alla fine della 24 ore di Le Mans e vista la concorrenza, sono gli anni del grande dominio Porsche nel mondo delle gare di durata, è da considerare un risultato più che soddisfacente.
Si può e si deve però fare ancora di meglio.
Due anni di pausa e nel 1979 ancora una volta BMW è sulla griglia di partenza. Il palcoscenico è quello di sempre, Le Mans ma cambia la macchina. È la volta della M1 che dall’anno precedente anima il monomarca più divertente mai visto, il campionato Procar che coinvolge anche i piloti di Formula 1.
Spinta dal 6 cilindri in linea, disegnata da Giugiaro ha la carrozzeria colorata, è proprio il caso di dirlo, dal grande Andy Warhol. Questa volta si fa sul serio e ai due noti Poulain-Mignot la BMW affianca un giovanissimo Manfred Winkelock, uno dei piloti più veloci di quegli anni. Sarà lui il protagonista dell’incredibile sesto posto finale mentre per la M1 si aprono le strade che la portano al museo di Monaco dove si mostra in compagnia delle altre incredibili ART CAR.