Cambiamenti in Ferrari
Sette mesi e in Ferrari tutto cambia radicalmente
Qualcuno, non a torto, parla di “tsunami in Ferrari” dove, in soli sette mesi, sono cambiati nell’ordine: Stefano Domenicali capo della GES (Gestione sportiva), il presidente Luca di Montezemolo, il pilota di punta Fernando Alonso e, ora ufficialmente, anche Marco Mattiacci. È stato messo a sua volta fuori e non solo dalla Ferrari, ma anche dal Gruppo FCA con un gelido quanto inspiegabile comunicato, molto simile nella forma e nella sostanza a quello che era toccato a Montezemolo: “Grazie per i 15 anni di lavoro in Ferrari e auguri per il futuro”
La rivoluzione messa in atto dal presidente Marchionne porta a Maranello Maurizio Arrivabene ex vicepresidente di Philips Morris, sponsor storico della Ferrari, amico della famiglia Agnelli e dello stesso Marchionne che, non a caso, siede con lui nel board della multinazionale del tabacco.
Profondo conoscitore dei meccanismi della Formula 1 e con un bagaglio di conoscenze e rapporti che in qualche modo possono essere paragonati a quelli di Montezemolo, Arrivabene porta sicuramente il “plus” di un rapporto con Ecclestone del tutto diverso e fondato sulla forza dei soldi da sempre investiti nel Circus della F1 da Philips Morris.
Sono invece sicuramente pesate le divergenze tra lo stesso Ecclestone e Montezemolo sulla questione dello sviluppo dei motori che ora sono a tutto vantaggio della Mercedes favorita dalla lunga esperienza che Stoccarda può vantare sulle tecnologie dell’ibrido. In questo campo Mercedes ha investito moltissimo e coinvolto i più importanti fornitori mentre FCA, in ritardo, chiede maggior libertà. Materiale più che sufficiente per spiegare che, con tutta probabilità, in queste manovre Ecclestone non sia stato del tutto estraneo alle soluzioni maturate.
Quello che è certo è che in Ferrari sono decisi a contare di più “politicamente” nella Formula 1 di domani sulla ovvia considerazione che le gare non si vincono solo in pista, ma prima, con i regolamenti. Non a caso Marchionne ha già incontrato Todt e alla riunione della “Formula one Commission” a Ginevra dopo la fine del Campionato - dove Ferrari dispone di un “diritto di veto” che in pratica non è stato mai esercitato - ha presenziato con Arrivabene, come una vera e propria task force di peso decisa a cambiare le cose e i rapporti di forza.
Non ultima considerazione c’è da tener ben presente quella data del 2018 che l’A.D. di FCA ha indicato come punto di arrivo della sua carriera nel Gruppo FCA. Chi prenderà allora il posto di presidente della Ferrari? Risposta scontata: un Agnelli.
E in tutto questo lo sport cosa e come c’entra? Un discorso tutto da fare. E da seguire per il carico di sorprese che sicuramente ci aspettano.