Formula 1 2017
Domani si rimette in moto la Formula 1.
Riaccende i motori la Formula 1 con il primo appuntamento della stagione a Melbourne e riparte con il suo carico di novità, speranze, conferme e, come nessuno vorrebbe, rischi di delusioni.
È la prima stagione senza Bernie Ecclestone dato il cambiamento di proprietà del “Circus” passato agli americani della Liberty Media di Chase Carey potente magnate della comunicazione sportiva. Alla soglia dei 90 anni l’uomo che ha “inventato” la F1 moderna va in (forzata) pensione e al suo posto torna in circolo, dopo un anno sabbatico, Ross Brawn uomo di enorme esperienza che i tifosi italiani ben conoscono per gli anni felici trascorsi in Ferrari. A questi sono seguiti, non meno ricchi di affermazioni, quelli alla Mercedes, e le vittorie conquistate in proprio con la Brawn (ex Honda). Un vincente nato, dunque, che alla Formula 1 non può che fare concretamente bene.
Venendo alle questioni squisitamente sportive il tema vero della nuova stagione è quello di trovare chi potrà porre fine, o almeno un limite allo strapotere della Mercedes che, nell’era dei motori ibridi si è messa in tasca qualcosa come tre titoli mondiali di fila, 51 vittorie e 56 pole su 59 G.P.
Pare, se i risultati delle giornate di prove ufficiali hanno un valore indicativo serio e se nessuno ha tenuto nascosta la reale potenzialità delle monoposto schierate, che la rossa SF70H di Maranello, di progettazione tutta italiana, sia andata molto bene in velocità e in affidabilità e quindi il ruolo di prima sfidante le spetta di diritto. Sarebbe inaccettabile sul piano sportivo e dell’immagine prolungare ulteriormente un periodo senza vittorie che dura da 27 GP e da 10 anni manca il titolo mondiale. Se conta qualcosa - e conta - Vettel si dichiara ottimista.
Fermo restando che si aspettano miglioramenti, come è logico, un po’ da tutti. A cominciare da Mercedes con Hamilton che deve e vuole riprendersi il titolo perso all’ultima gara dello scorso anno e con il solido Bottas che ha sostituito il “dimissionario” Rosberg. Sotto contratto per un anno, vuole sfruttare al meglio la grande occasione che gli è capitata.
Sarebbe ingenuo non aspettarsi progressi anche dalla Red Bull con una supermotivata coppia di piloti come Ricciardo e Verstappen. Oppure dalla Force India anche se sono tutte da scoprire le qualità del giovane Ocon chiamato ad affiancare Perez. Non va dimenticato che è motorizzata Mercedes.
Situazione pressoché analoga per la Williams che, recuperato l’esperto Massa, deve far crescere Stroll unico esordiente in F1 dell’anno; ha fatto faville in F3. Qualche fiammata si spera venga dalla Renault se avrà saputo tirare fuori ben più sostanza dal suo motore non poco deludente del 2016; come pilota il pur valido Hulkenberg da solo non può fare miracoli.
Sembra debba durare ancora a lungo, salvo miracoli, la quaresima di Alonso in McLaren/Honda, quarto motorista in scena. Per ora il solo cambiamento visibile è il ritorno alla livrea arancione di un tempo. Anche la Force India cambia faccia e si presenta con un inatteso rosa voluto dal nuovo sponsor. Tutte da scoprire, ma senza troppi entusiasmi i progressi di team come Sauber, Toro Rosso che punta però sulle nuove power unit di Renault e Haas. Di Manor si deve lamentare, senza strapparsi le vesti, l’abbandono.
In definitiva tutto dipenderà da come e chi saprà le interpretare le novità tecniche e di regolamento. Le prime riguardano le gomme Pirelli notevolmente più larghe, da 245 a 305 mm quelle anteriori e da 325 a 405 mm quelle posteriori. Aumenta di conseguenza a 2 mt la larghezza delle monoposto e dell’ala anteriore. Bisognerà mettere in conto il rischio che la miglior tenuta, la più alta velocità si debba pagare con sorpassi più pericolosi e difficili e con più frequenti occasioni di contatti allo start innescati da chi pensa di vincere la gara alla prima curva.
Crescono il peso minimo (fino a 722 kg) e la lunghezza delle monoposto e diventa libero lo sviluppo dei motori V6 turbo con abolizione dei gettoni. Saranno infine 4 le power unit utilizzabili in stagione. Non sono certo i motivi di interesse che mancano.