Formula 1: bilancio di mezza stagione

La situazione dopo 11 delle 19 gare in programma. Protagonisti, sorprese, delusioni, prospettive

04 Aug 2014 motorpad.it
Formula 1: bilancio di mezza stagione

Dopo Budapest la Formula 1 si prende tre settimane di vacanza prima della volata finale delle otto gare finali che porteranno all’ultima gara in programma il  23 novembre ad Abu Dhabi. E’ l’occasione per tracciare un primo bilancio partendo magari proprio dalle perplessità e dalle critiche aperte che questa nuova “Formula 1 ibrida” (nel tipo di alimentazione, s’intende) ha sollevato al suo esordio.

Da questo punto di vista, oggi, l’esame può dirsi superato. Il motore, o meglio la “power unit”  continua a non soddisfare i puristi nel suono che tutto ricorda tranne il rombo cui eravamo abituati, ma è certo che le ultime gare particolarmente combattute ed avvincenti hanno riconquistato gli appassionati e il finale di stagione si presenta quanto mai interessante ed aperto, forse, a qualche sorpresa. Il sale della competizione è dunque assicurato e le cose sono sicuramente destinate a migliorare con le proposte che arriveranno dalla commissione appositamente (hanno richiamato anche Briatore) costituita allo scopo di migliorare i regolamenti e lo spettacolo.

Per quanto riguarda i risultati sportivi la fotografia che si presenta mette in evidenza le 9 vittorie conseguite dalla Mercedes sulle 11 gare finora disputate, 4 con Rosberg e 5 con Hamilton che insieme hanno anche realizzato 5 doppiette, un terzo e un quarto posto. Uno strapotere che solo Ricciardo è stato capace di interrompere in due occasioni  (Canada e Ungheria)

I giochi sembrano dunque fatti, ma alcuni elementi aprono anche a possibili soluzioni diverse. Intanto si va facendo inevitabilmente più acuta la rivalità interna tra i due piloti Mercedes che, inevitabilmente potrebbero sottrarsi punti preziosi a favore proprio da un Ricciardo che sfrutta, molto meglio del quadricampione del mondo e compagno Vettel, la ritrovata competitività della Red Bull che invece l’australiano di origini italiane sta interpretando con estrema bravura e con la classe del pilota destinato ad una grande carriera.

E’ possibile, a questo punto, che nonostante le smentite in Mercedes intervenga qualche ordine di scuderia che, nelle prossime gare, congeli la corsa a favore del pilota meglio piazzato; una situazione del genere si è del resto presentata proprio in Ungheria con Hamilton che si è rifiutato di cedere il piazzamento a Rosberg. Saranno insomma problemi seri per Toto Wolff insieme a quelli di una affidabilità delle monoposto d’argento che non è più così granitica come all’inizio del Campionato. Non a caso a Budapest Red Bull e Ferrari hanno fatto meglio.

In Ferrari ad Alonso va sicuramente fatto un monumento per quanto riesce a fare con una macchina chiaramente ancora inferiore. A dire del suo impegno e della sua costanza di rendimento è l’unico dei piloti in competizione ad essere andato finora a punti in tutte le gare disputate. Difficilmente ci saranno miglioramenti significativi a breve tenendo anche conto che la struttura tecnica del team è stata rivoluzionata e che il muretto non sempre si dimostra lucido nelle strategie. Il terzo posto della Ferrari nella classifica per costruttori è tutt’altro che sicuro.

Anche perché c’è il “problema” Raikkonen un usato che non si è dimostrato tanto sicuro come ci si aspettava (solo 27 punti conquistati contro i 115 di Alonso) e che, si dice, abbastanza demotivato potrebbe anche lasciare a fine anno. Forse sarebbe stato meglio imitare la Red Bull che ha perseguito la politica di valorizzare un giovane, come del resto ha già fatto, e con che risultati, con Vettel.

Restiamo allora sui giovani e diamo i giusti riconoscimenti a Bottas, altra piacevole sorpresa del Campionato. E’ lui che in pista ha ridato vita alla Williams. Il piede è sicuramente pesante e ne sa qualcosa il compagno Massa che, con tutte le scusanti del caso per la sfortuna che lo perseguita in classifica ha meno della metà dei punti del finlandese, 40 contro 95.

Tutto il resto è silenzio, o quasi. Con qualche bella speranza tra gli altri piloti che attendono solo una occasione più concreta (leggi una monoposto più efficiente) per dimostrare le proprie qualità.

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