Formula 1 GP del Brasile
Game Over.
La vittoria di Webber ha avuto per effetto quello di scalzare Alonso dal terzo posto della classifica dei piloti. Una cosa che ovviamente conta poco e niente, ma che sottolinea un’annata da “profondo rosso” (colore delle monoposto a parte) della Ferrari. Di certo Alonso avrebbe meritato ben altra macchina ma a Maranello ci hanno capito poco o niente dei regolamenti e ancor meno dei rimedi da apportare nel corso del campionato.
Aggiungiamoci un Massa che mai è emerso dalla mediocrità frenato, forse, da qualche inconscia riserva mentale dopo l’incidente che l’ha colpito a suo tempo e anche dalle continue scaramucce, troppe in verità, con Hamilton. Pilota, questo, che di suo ha perso nettamente il confronto con il compagno di squadra Button che, infatti, termina secondo nella classifica finale per piloti.
Il resto sono dettagli e, si spera, promesse. Sono dettagli, di un certo valore per gli interessati e per le statistiche, i 100 GP di Massa che sembrano niente a confronto dei 325 di Barrichello che potrebbe aver chiuso qui la sua carriera. A lui tutta la nostra ammirazione per la serietà dell’uomo, la capacità del pilota e per come, negli anni felici della Ferrari, ha saputo reggere alla pressione di un caposquadra come Schumacher.
Le promesse sono molte e attese con interesse e riguardano le conferme che tutti si aspettano dalla Red Bull e da Vettel e la capacità di reazione della Ferrari.
In negativo, infine, l’annata di Bruno Senna, che come ha detto con l’arguzia e la competenza che lo distingue Pino Allievi “pensava di essere suo zio”. Folgorante.
Ci si rivede il 18 marzo prossimo in Australia.