Formula 1 - GP Australia Melbourne
Ha vinto la Ferrari, ha vinto Vettel.
Il giorno tanto atteso è arrivato. Ha vinto la Ferrari dopo una quaresima durata 27 GP e ha vinto Vettel che porta a 43 i successi in carriera e a 225 quelli della Ferrari. Lavoro intenso - e tutto italiano - a Maranello, un pilota pieno di voglia di dimostrare che quando la monoposto c'è, lui non delude e infine una giusta strategia di gara le ragioni della vittoria.
La rabbia di Toto Wolf, il boss della Mercedes, impietosamente beccato dalle immagini TV, sono state la dimostrazione più evidente che, forse, la musica è cambiata e che le frecce d'argento dovranno spesso rassegnarsi a passare dal ruolo di fuggiaschi a quello di inseguitori. A Melbourne è visto con chiarezza la Mercedes -le due Mercedes, per la verità - perdere il confronto con la velocità delle Ferrari. Hamilton aveva pur imposto la sua legge nelle qualifiche del sabato conservando la pole position (la 62ª per lui) ma per oltre mezza gara ha poi dovuto rassegnarsi a vedere, da lontano, i tubi di scappamento della monoposto di Vettel. C'è poi da dare il giusto peso anche al 4º posto di Raikkonen; non tanto per il piazzamento che poteva essere migliore, ma per essere riuscito a tenersi dietro Verstappen nell'arroventato finale. Così anche la Red Bull, che qualcuno si aspettava perfino più forte della stessa Mercedes, ha dovuto arrendersi. Tanto più che Ricciardo ha prima accusato noie che l'anno costretto a partire dai box con due giri di ritardo e poi al ritiro. La maledizione del pilota australiano che non riesce a vincere il G.P. di casa ha trovato conferma.
Tornando alla gara, la vittoria Ferrari è maturata quando Hamilton, implacabilmente marcato a circa 1 secondo da Vettel, è stato inaspettatamente richiamato al box per il cambio gomme. Un errore di strategia e una chiara dimostrazione di nervosismo che Vettel ha sfruttato al meglio contando anche su una monoposto sicuramente più rispettosa delle gomme. Quando infatti, al 24º giro ha effettuato il suo pit stop il box lo ha messo in condizione di uscire ancora in testa e per il duo Hamilton-Bottas si è fatta notte. "È stato più bravo di noi - ha commentato Lauda - e la Ferrari è molto veloce". Non si vedevano infatti da un secolo due Mercedes inseguire, impotenti, una Ferrari.
E gli altri? Si è già detto della brutta e sfortunata gara della Red Bull, ma si è salvato il team "B" Toro Rosso che ha portato al traguardo entrambe le monoposto con Perez 7º e Sainz 8º. Quanto alla Williams il richiamato Massa ha fatto il dovere suo ripagando della fuducia con un buon 6º posto, ma l'esordiente Stroll non è arrivato al traguardo.
Ha destato buona impressione il giovane Ocon 10° con la sua Force India adesso color rosa cipria ma motorizzata Mercedes specie per l'irriverente e perentorio sorpasso effettuato infilandosi come una lama tra Hulkenberg e Alonso. È arrivato a conquistare l'ultimo punto disponibile. E così sono emerse le sempiterne difficoltà di Alonso e della McLaren senza una monoposto al traguardo e i problemi che Renault deve affrontare per aiutare Hulkenberg, finito 11º, a fare di meglio.
Bisogna però chiudere con la nota positiva per Giovinazzi, debuttante di belle speranze. L'hanno svegliato la mattina di sabato e scaraventato in pista al volante della Sauber-Ferrari; al traguardo c'è arrivato in 12ª posizione senza conoscere il circuito e dopo aver guidato la Sauber un paio d'ore. Niente male davvero. Forse in Ferrari hanno avuto l'occhio lungo. Ora quello che conta è che una rondine non faccia primavera. Le verifiche, le rivincite, le possibili sorprese buone o cattive tra 15 giorni a Shanghai su un circuito ben più tecnico e probante.