FORMULA 1 GP BRASILE
Vettel non lascia neanche le briciole.
Nuova vittoria in Brasile a conferma di una stagione eccezionale. Ha vinto ancora Vettel, davvero mai sazio di successi e di record che ora, a stagione finita, devono essere aggiornati per dovere statistico e per ufficializzare la consacrazione del pilota tedesco tra i grandissimi di sempre.
La fredda contabilità dice dunque di 4 titoli mondiali consecutivi, 13 vittorie in stagione (come Schumacher nel 2004), 9 volte di fila primo sotto la bandiera a scacchi (come Alberto Ascari, ma sul finire della stagione 1952 e all’inizio di quella del 1953).
L’ultima gara di San Paolo si presta ora a qualche bilancio. E’ in rosso quello della Ferrari che salva soltanto l’immensa classe e l’altissimo rendimento di Fermando Alonso che sarebbe stato almeno determinante nella conquista del doppio secondo posto – il suo come pilota e quello per la classifica costruttori – se solo Massa, che esce dalla storia della Ferrari, fosse stato più consistente nel corso della stagione.
L’anno prossimo arriva al suo posto Kimi Raikkonen che da quando ha firmato il nuovo contratto, è un po’ sparito dalla scena; speriamo si sia risparmiato in vista di cosa ci si aspetta da lui e speriamo anche che la convivenza di due simili galli nel pollaio di Maranello non porti più danni che vantaggi.
Cambiamenti anche in Red Bull. Abbandona la F1 Mark Webber pilota consistente che ha solo avuto il torto di trovare Vettel sulla sua strada; cambiando scenario sportivo un po’ come Gimondi con Merckx nel ciclismo.
Tra le giovani leve il più promettente si è sicuramente confermato il francese Grosjean al quale non manca certo il temperamento e la determinazione. E’ la rivelazione della stagione e si aspettano conferme sulla maturazione. Ha gia dimostrato di saper reggere confronti difficili con Raikkonen e con una buona macchina dovrebbe definitivamente affermarsi.
Se non cambia il mondo la buona macchia l’avrà sicuramente Ricciardo che dovrà fare da scudiero a Vettel, ma che avrà davvero l’occasione della vita per fare esperienze preziose.
Uno che sarebbe pronto per giocare davvero in serie A e anche nella Champions League (dell’automobilismo, s’intende) è Hulkenberg che tutti vorrebbero e prenderebbero più che volentieri se solo avesse una valigia piena di dollari da portare in dote.
Per il resto, in tema di piloti, poco o niente da segnalare se non l’appannamento di gente che pur avrebbe tutto per emergere con Hamilton e Rosberg , quanto ad attese, dalla deludente Mercedes di quest’anno e che invece si è dovuta accontentare di tre vittorie in due.
C’è rischio, insomma che le cose cambino poco sul fronte dei piloti, mentre su quello delle monoposto la sfida tecnica dei nuovi motori 1.6 turbo è molto interessante e qualche sorpresa potrebbe arrivare.
Quello che vorrebbe, lo andiamo ripetendo da tempo, è che cambiassero in meglio sul piano sportivo e su quello della chiarezza i regolamenti davvero troppo complicati e astrusi per non dire decisivi ai fini del risultato in gara.
Il cambiamento più importante, però, e atteso da più parti, sarebbe quello di un “grazie tanto per tutto, ma si accomodi” a Bernie Ecclestone.
Facce e regole nuove sono davvero indispensabile perché la Formula 1 torni ad essere uno scontro di piloti e di tecnici. Altrimenti in pista continuerebbero a girare solo i soldi e non i piloti con le loro macchine. (M.P.)