FORMULA 1 GP CINA
Ha vinto Alonso; ha vinto la Ferrari, perfetta nella monoposto che ha portato avanti uno step di sviluppo molto efficace nell’aerodinamica, nei freni e nell’evacuazione del calore e ha vinto il box nella strategia di gara e nella gestione delle gomme
Per lui è la 31a vittoria in carrierache per Ferrari interrompe un digiuno che durava da 12 G.P. che, se ulteriormente prolungato, avrebbe avuto di sicuro effetti disastrosi.
Ha vinto e rilanciato le prospettive nella corsa al titolo su basi psicologicamente e tecnicamente molto concrete. Straordinaria la rabbia agonistica messa nella sua guida e nei sorpassi; “…non sto spingendo” ha addirittura risposto all’ingegnere di pista che lo invitava a un po’ di calma mentre già si trovava in testa.
E sì che dietro aveva una muta scatenata di altri quattro campioni del mondo, Raikkonen, Hamilton, Vettel e Button non certo disposti a rendergli la vita facile e in piena bagarre tra loro.
Dalla gara cinese esce ridimensionata, nella monoposto, e per una volta nella strategia, la Red Bull. Non Vettel che ha mancato il podio solo per qualche metro e non per colpa sua.
Si conferma invece Raikkonen, campione di concretezza, quanto mai costante nei risultati e ben supportato da una Lotus molto competitiva. Alla Mercedes i progressi si vedono e così in McLaren, ma manca evidentemente ancora qualcosa nelle prestazioni complessive.
Parlando dei numeri due Massadeve decidersi ad essere più costantee redditizio in tutto lo svolgersi della gara; fa cose molto interessanti in qualifica e in qualche fase della corsa, ma alla fine il suo apporto nel sottrarre punti agli avversari e portarne alla classifica Costruttori è ancora modesto.
Quanto aWebber che ancora schiumava rabbia per lo scherzetto di Vettel in Malesia c’è quasi da sospettare che da un lato la sfortuna lo abbia messo nel mirino, ma dall’altro che il team lo abbia “scaricato”.Come giustificare infatti il clamoroso errore nella quantità di benzina che gli hanno messo nel serbatoio e che l’ha costretto a partire per ultimo? Sono cose che a pensar male, si sa, si fa peccato, ma che a volte ci si indovina. E poi ci sono tutti i guai che regolarmente lo perseguitano in corsa anche per colpe non sue.
In Barhein, tra una settimana, tutte le conferme o le controprove. (M.P.)