FORMULA 1 GP DI GERMANIA
Vettel vince in casa e allunga sugli inseguitori.
Grandissimo Vettel che vince per la prima volta il G.P di casa e scappa via nel mondiale. E’ la sua quarta vittoria stagionale, la trentesima in carriera con la quale, tra l’altro si colloca immediatamente dietro a Mansell ormai nel mirino con i suoi 30 successi e a due sole lunghezze da Alonso che resta (purtroppo ancora per poco) il pilota più vincente in attività.
Un G.P. ancora deciso in qualche modo dalle gomme. Non per problemi di sicurezza, come era avvenuto a Slverstone, ma per le strategie messe in atto dai vari team e che sono state regolarmente sconvolte in gara. Chi ha pagato il prezzo più alto è stata la Ferrari costretta una volta di più ad aggrapparsi alle qualità di Alonso piuttosto che ai cervelli dei suoi strateghi.
Preso atto infatti che non c’è verso di realizzare, il sabato, una qualifica decente si è puntato tutto su una strategia che prevedeva di partire con gomme dure, le stesse delle qualifiche, fare un gran numero di giri anche perdendo qualche secondo, guadagnare un pit stop e riservare quelle morbide per le velocissime tornate finale dove piazzare il colpo vincente.
Gran trovata, si diceva, strombazzata quasi come un colpo di genio che doveva sorprendere gli avversari. Poi le cose sono andate come si è visto e sono bastati qualche grado in più nella temperatura per rovesciare letteralmente le previsioni con le gomme dure lente e presto deteriorate e le morbide insufficienti a recuperare. A questo punto è del tutto logica la prima osservazione: non era più prudente applicare la strategia “geniale” ad una sola delle due Ferrari e marcare più strettamente Vettel copiandone i comportamenti? Certo è che se una sola variabile, pur importante come la temperatura, può così profondamente influire sui risultati e se non se ne tiene conto qualcosa non funziona, ai box e, soprattutto in questa Formula 1 che dipende sempre meno da macchine e piloti.
E’ cominciato così per Alonso un vero e proprio calvario tanto più che, come troppo spesso succede, nessun aiuto gli è venuto da Massa che ha provveduto ad autoeliminarsi non si sa come e perché. Altro mistero in casa Ferrari.
Il G.P. si è spaccato in pratica in tre tronconi. Fino al trentesimo giro, metà corsa, ha vissuto solo per eventi strani e anche pericolosi con Massa in testa-coda dospo solo sei giri, con la gomma di Webber che si stacca e colpisce un cameraman ai box e con la Marussia di Bianchi che prima prende fuoco e poi, regolarmente lasciata in folle a bordo pista, si muove da sola in discesa (non si erano accorti della pendenza?) e attraversa in retromarcia il circuito fortunatamente senza creare il disastro che avrebbe potuto provocare.
Inevitabile e provvidenziale la safety car che ricompatta la corsa e toglie a Vettel tutto il vantaggio che si era procurato. Comincia a questo punto la seconda parte della corsa con il trenino di una dozzina di monoposto a cercare di superarsi senza però, in realtà, riuscire a impensierire Vette che si mette di nuovo a condurre le danze.
Si arriva ai dieci dodici giri finali con la terza fase della gara dove Alonso è obbligato a utilizzare le gomme morbide. Intanto vanno come il vento Vettel e le due Lotus di Grosjean e Raikkonen che cercano senza riuscirci di scalzarlo dalla prima posizione e Alonso che, a sua volta, cerca di limitare i danni conquistare almeno il podio. Niente da fare. Grosjean cede la seconda posizione al compagno di squadra su evidente ordine di scuderia e Alonso finisce quarto nella gara che “doveva” vincere per riaprire veramente il campionato. Un'ultima annotazione con tre motori Renault ai primi re posti.
Fra tre settimane, in Ungheria, si ricomincia e si ricomincia con il valzer del terzo tipo di gomme proposto da Pirelli in questa stagione. Staremo a vedere. Resto convinto dell’idea, non solo mia, che tutto sarebbe più semplice, più tecnicamente stimolante e più esaltante per i piloti con un solo parametro di base come la quantità di benzina, la cilindrata del motore o il peso della monoposto. E per noi spettatori sarebbe anche meno complicato capire cosa sta succedendo in pista. (m.p.)