FORMULA 1 GP GIAPPONE
Cercasi avversari per Vettel e Red Bull.
Non è ancora matematicamente campione del mondo per la quarta volta consecutiva, ma lo è di fatto in quanto non solo perché mancano appena 10 punti da conquistare in quattro gare, ma lo sarebbe ugualmente con le nove vittorie in stagione che nessuno può più uguagliare. E’ Sebastian Vettel che in Giappone ha vinto per la quinta volta consecutiva e la trentacinquesima in carriera. Intanto i Red Bull si godono anche un’altra doppietta conquistata, a voler essere maliziosi , con una strategia che ha aiutato Vettel a vincere e Webber ad accontentarsi del secondo posto. Cose che, con titolo mondiale in ballo, non devono meravigliare più di tanto: sono sempre successe e sempre succederanno.
Va detto che Vettel non è stato brillante come al solito, ha dimostrato il cinismo e la freddezza necessaria al momento giusto. Non era infatti in pole position, era partito male, ha frenato peggio e nella bagarre iniziale si è salvato per pura fortuna mentre Hamilton è finito KO e la sua corsa è finita lì con una gomma bucata. Quando però è stato il momento giusto il campione è venuto fuori e ha tirato a Grosjean il sorpasso vincente.
Dall’analisi della gare emergono anche altre conferme, alcune positive ed altre negative. Tra queste ultime quella di una Ferrari che obbliga Alonso a battersi per il quarto posto e a 45 secondi dal vincitore. Le rosse di Maranello sono ormai la quarta forza del campionato ed è chiaro che nessuno sviluppo ha sortito effetti significativi tanto che ormai si pensa ufficialmente o meno solo alla prossima stagione con tutte le novità tecniche e di regolamento che si porta dietro.
C’è per Alonso la piccola soddisfazione di aver superato Schumacher nella classifica dei punti conquistati in carriera -1.571 contro 1.566 – ma è un secondo anno perso e tutta l’amarezza il pilota l’ha manifestata nell’intervista ai giornalisti inglesi, sia pure con toni più pacati di quelli denunciati nelle recenti esternazioni.
Tra le cose positive si sono segnalati Grosjean e Hulkenberg piloti veloci e tenaci con il primo che ha condotto a lungo la corsa e poi costretto a cedere a Vettel e a Webber; bene anche il coriaceo Hulkenberg classificatosi sesto dietro a Raikkonen quinto dopo aver resistito a lungo, con la sua Sauber motorizzata Ferrari, ad Alonso. Dovrebbe prendere il posto lasciato libero da Raikkonen alla Lotus.
Con la testa oramai in Ferrari il gelido finlandese sembra ora più impegnato a mettere in chiaro le future gerarchie con Alonso piuttosto che occuparsi delle ultime gare; forse è per questo che in Lotus lo amano, comprensibilmente, un po’ meno. Va anche dato il giusto valore ai primi punti conquistati dall’esordiente Gutierrez, settimo a conferma, anche da parte sua, dei progressi della Sauber.
Non si può chiudere senza un ricordo per Maria de Villotta, l’intrepida collaudatrice della Marussia che ha pagato con la vita la sua passione per la Formula 1. (m.p.)