Formula 1 GP Gran Bretagna

Tutto riparte da capo, ma solo per Mercedes. Vince Hamilton che si porta a 4 punti da Rosberg costretto al ritiro; colpi di scena e grandi duelli. La F1 torna a divertire.

07 Jul 2014 motorpad.it
Formula 1 GP Gran Bretagna

Come lo raccontiamo questo GP di Silverstone spettacolare già nelle premesse delle qualifiche e importante nelle sue conclusioni che riaprono, solo in casa Mercedes (almeno per ora) il discorso per la corsa al titolo piloti? Nel solo modo possibile, partendo dalle qualifiche per la Pole Position per arrivare agli episodi e situazioni che hanno determinato uno dei GP più vivaci e divertenti della stagione.

 

Le qualifiche del sabato. Un disastro per Ferrari e per qualche altro team che si è improvvisamente dimenticato che da quelle parti ogni tanto, anzi ogni “spesso” e comunque quando gli pare, piove anche solo in alcune parti del circuito.

Così, senza inutili cacce al responsabile di certe scelte, Alonso e Raikkonen sempre più con il fegato grosso come un dirigibile si sono trovati a partire in 8a e 9a fila. Non è caduto nella trappola delle nubi ballerine Rosberg che negli ultimi secondi delle prove ha tirato una tremenda botta questa volta al fegato del rivale diretto Hamilton che così si trova relegato al sesto posto dello schieramento. Per lui addio a speranze di vittoria nel GP di casa e di un taglio all'abisso di punti che lo separa dal compagno-rivale.

 

La gara. Domenica ore 14.00: pronti via! Alonso, di certo non abituato a trovarsi nelle retrovie si posiziona male  con mezza macchina fuori dalla posizione e giusta e si becca una penalizzazione (stop and go di 5 sec.) che troverà sul conto finale della sua giornata per altri versi splendida.

Guai seri, purtroppo, per Raikkonen che nella foga del recupero innesca una spettacolare carambola di cui per primo paga le spese più salate: contusioni alle gambe che per miracolo non sono risultati più seri di quanto non appariva al momento; macchina distrutta e conseguente ritiro: coinvolgimento nello scontro di un incolpevole Massa anche lui costretto al ritiro.

 

In testa la corsa scorre via e prende la sua fisionomia. Rosberg vola via inseguito da una muta di gente che fiuta la grande opportunità di mettersi in evidenza e, tra questi Hamilton in gran palla, Bottas su una Williams sempre più convincente e già in gran forma in Austria, Ricciardo e, guarda, guarda, un Alonso  che punto ancora e sempre nell'orgoglio vuole dare l'ennesima dimostrazione che è lui a tenere in piedi il team e non viceversa.

 

Rosberg tradito da cambio. Nel gioco dei vari sorpassi in pista e ai pit-stop il momento centrale arriva quando al 29° giro la sfortuna pareggia i conti anche con Rosberg. Salta il cambio della sua monoposto rendendo palese, intanto una certa "giustizia", e poi che le Mercedes se un punto debole ce l'hanno sta nella affidabilità; sono tre i ritiri e Hamilton non si fa certo sfuggire la ghiotta occasione e di mangiarsi in un solo boccone quasi tutto il distacco che lo separava da Rosberg. Vola inattaccabile al traguardo, 5 centri quest’anno, e sono ora solo 4 i punti da recuperare. Vince in suo 27° G.P. raggiungendo, tra i piloti inglesi, Stewart e mettendo nel mirino Mansell che ancora lo precede di 4 vittorie.

Dietro, come si diceva, Bottas conferma tutto il bene che di lui si va dicendo e così Ricciardo; si mette in luce anche Button per la gioia dei tifosi inglesi.

Nelle fasi finali però quello che esalta il pubblico e riconcilia con la Formula 1 è lo straordinario duello con il coltello tra i denti tra Vettel e Alonso che per un quinto o sesto posto (Alonso dirà anche per lo spettacolo) si sono dati ferocissima e spettacolare battaglia per molti giri, fin quando Vettel è riuscito a prevalere. Qualcosa che ha ricordato scontri epici di altri tempi, ricordate Villeneuve-Arnoux a Digione nel 1979.         Solo questo è valso, per chi c'era, il prezzo del biglietto e, per chi era a casa, le tre ore davanti alla TV. Bentornata F1.

 

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