Formula 1 - GP Russia
Valtteri Bottas alla sua prima vittoria, poi Vettel e Raikkonen.
E venne il giorno di Vatteri Bottas capace, dopo 81 GP, di far risuonare l'inno nazionale finlandese in un circuito di Formula 1, prendere il posto di Raikkonen nel cuore dei suoi connazionali e far precipitare Hamilton in una crisi di nervi facendogli ricomparire, del tutto inatteso, il fantasma di Rosberg.
La vittoria di Bottas, per come è stata voluta con la magnifica partenza e per come è stata difesa nel corso della gara, non fa un grinza e può aprire nuovi scenari non solo all'interno della Mercedes.
Adesso sarà infatti molto più difficile, se non impossibile, chiedergli di cedere la posizione ad Hamilton se si trovasse davanti e con prestazioni simili. Non è poi illogico pensare che, paradossalmente, questa vittoria potrebbe anche favorire Vettel nella corsa al titolo con il due piloti Mercedes a rubarsi punti a vicenda; finora si è parlato di lotta a due per la vittoria finale, ma ora qualche dubbio è lecito.
Per quanto riguarda Vettel e la Ferrari il GP di Russia è stata, tutto una tappa deludente sul piano puramente sportivo e rispetto alle aspettative sollevate con le qualifiche con la Pole e la prima fila tutta rossa ritrovate. In effetti sbagliare la partenza in due è stato grave; e poi siamo sicuri che il cambio gomme di Vettel sia stato fatto nel momento più opportuno? Mettiamoci anche l'intoppo che ha rallentato il montaggio della ruota e, infine, l'incomprensione con Massa che ha tolto a Vettel l'ultima - esigua - speranza di completare la rimonta in vista della bandiera a scacchi e la giornata non può dirsi delle più memorabili come rischiavamo di abituarci. Inutile e del tutto inelegante, per Vettel, mostrare il dito medio a Massa nel complicato sorpasso, la gara l'aveva persa molto prima.
Premesso che, comunque, un secondo e terzo posto non si buttano mai via e che il vantaggio di Vettel su Hamilton è salito a 13 punti, per la Ferrari c'è di molto positivo che ormai il gap tecnico con Mercedes è ufficialmente colmato anche sui giri di qualifica. Resta forse ancora da capire da dove arrivi quel surplus di potenza definito, un po' semplicisticamente, "il bottone magico" da premere quando serve per schizzare via e conquistare i metri che servono quando servono. Inoltre Vettel sembra più che mai convinto della qualità della monoposto che guida.
Di sicuro ci aspettano Gran Premi divertenti ed emozionanti a cominciare dal rientro del "circus" in Europa a Barcellona tra due settimane. Altri protagonisti, in positivo, il GP di Russia non ne ha proposti se non Perez che, una volta di più, è andato a punti con la sua Force India. Considerazioni amare, invece, per Verstappen con una fiammata in avvio, ma subito spenta e peggio ancora per Ricciardo KO per guasto già al 5º giro. Per non dire di Grossjean che ha trascinato fuori gara con un violento scontro un incolpevole Palmer. Il peggio del peggio continua con l'infinito calvario di Alonso la cui McLaren Honda non è nemmeno riuscita a partire. Ma come è mai possibile che due marchi del peso, traduzione sportiva e potenza tecnica-industriale come McLaren e Honda non riescano, da due stagioni, a tirarsi fuori dalla brutta palude che li sta inghiottendo o a mostrare almeno qualche pur minimo miglioramento?