Formula 1 GP USA 2016
Vince Hamilton e Rosberg completa il successo Mercedes.
Rieccolo Hamilton. Vince la gara che doveva conservargli la possibilità concreta, anche se pallida, di tenere aperta la corsa al titolo mondiale. È la sua 50ª vittoria in carriera, fortemente voluta e difesa senza particolari problemi dopo la bella 58ª pole position e finalmente la buona partenza che l'ha sistemato subito in testa. Poi per la vittoria non c'è stata praticamente più corsa anche se Vettel si è trovato a guidare la gara per qualche giro nel solito noiosissimo e fuorviante gioco dei cambi gomme.
Non si può dire che Rosberg si sia davvero dannato l'anima per rovinare la domenica al compagno rivale; in effetti, un campionato mondiale non si mette in discussione per una vittoria di tappa e così, verosimilmente e saggiamente, deve aver ragionato il pilota tedesco una volta constatato che l'Hamilton di Austin era imprendibile. Mancano ora tre gare alla fine della stagione e la prossima è tra una settimana in Messico dove i 26 punti di vantaggio sono sempre un ottimo margine di sicurezza. Salvo imprevisti per incidenti o rottura Rosberg può solo perderlo questo suo primo mondiale.
Da qui si parte, come ormai da troppo tempo siamo costretti a fare, per analizzare la corsa degli altri; degli altri quattro piloti, intendo, che da due stagioni corrono per il terzo posto. Ne sono usciti con gli onori delle armi Ricciardo e Raikkonen. Il primo che ha comunque collezionato l'ennesimo podio della stagione dopo la bella vittoria in Malesia e ha anche portato punti preziosi per la classifica costruttori. Il secondo per la sfortuna che lo ha tolto di mezzo per un errore al box nel cambio gomme. Una volta di più era comunque stato per tutta la gara, e già dalle prove, più positivo di Vettel. La sua fredda e razionale manovra di retromarcia (letterale) dopo il guaio che gli avevano combinato al pit stop è stato qualcosa di mai visto e che in pochi avrebbero saputo fare.
Gli altri due dei rispettivi compagni di team, Verstappen e Vettel, sono finiti ko il primo per un guasto tecnico, ma senza mai avere seriamente impensierito le due Mercedes, e il "quadricampione” triste è ancora lì a cercare affannosamente almeno la consolazione di un posto sul gradino più basso del podio.
In conclusione quella di Austin è stata una gara decisamente priva di particolari emozioni, ravvivata solo nel finale dalla grinta con la quale Alonso ha ricordato a Sainz che fa bene a considerarlo, da sempre, il suo idolo. Ma si combatteva per il 5º e 6° posto. (M.P.)