Formula 1, lo spettacolo va a (ri)cominciare. Conferme, speranze, novità
Riparte il Mondiale di Formula 1 e accende i motori in Australia con il Gran Premio di Melbourne, il primo dei 21 appuntamenti in programma, tutti, come sempre, carichi di speranze di conferme o rivincite e novità di ogni tipo.
Cominciamo da queste, da quelle tecniche, che sul piano della sicurezza prendono la forma dell’Halo, una specie di proboscide che scende a ponte da dietro le spalle del pilota e va saldarsi con la parte anteriore della monoposto. Deve essere capace di proteggere meglio la testa la testa del pilota deviando oggetti o parte staccate di auto coinvolte in un impatto a 225 km/h di velocità e del peso fino a 20 kg; fa salire a 733 il peso minimo dell’auto e potrebbe avere qualche effetto sulla durata delle gomme più soffici. Qualcuno l’ha definita, data la forma, una specie di “ciabatta infradito” ma per la sicurezza questo ed altro.
Venendo ad aspetti più rigorosamente tecnici creerà sicuramente nuovi problemi ai progettisti la riduzione da quattro a tre il numero di power unit utilizzabili in tutta la stagione. Decisione presa per ridurre i costi, ma si dovrà essere bravi a conciliare le prestazioni con l’affidabilità, cosa non semplicissima dato che ogni motore dovrà durare circa 7.000 km e contare inoltre su una quantità di olio che scende da 0,9 litri ogni 100 km a 0,6. Il prezzo da pagare per ogni power unit che dovesse essere sostituita oltre le tre stabilite costerà 5 posizioni di penalizzazione e il pilota che ne sommerà 15 o più, d’ora in avanti partirà dal fondo dello schieramento; se saranno più di uno la griglia si formerà in base all’ordine in cui le penalità sono state comminate.
E siamo alle gomme che già nella F1 di oggi hanno, a giudizio di molti, un peso eccessivo nelle strategie e nella gestione di una gara. Ebbene qui le cose si complicheranno in quanto le mescole da asciutto realizzate dalla Pirelli passano addirittura da 5 a 7. Si vuole provocare almeno due pit stop in gara per favorire i sorpassi. Sarà davvero bravo chi, tra il pubblico, riuscirà ad orientarsi nelle strategie dei box e seguire lo svolgersi della corsa in un arcobaleno di colori indicativi delle mescole impiegate che, in molti casi, finiranno per contare più delle macchine e dei piloti.
Parlando di piloti la notizia del giorno sembra essere quella dei 45 milioni di ingaggio percepiti da Hamilton a fronte dei 30/35 di Vettel e dei 25 per l’astro, ormai molto di più che nascente, Verstappen. Meglio allora concentrarsi su qualche nome nuovo come quello del giovane debuttante russo (22 anni) Sergey Sirotkin di cui si dice un gran bene che si è guadagnato il volante della Williams lascito libero dal ritiro di Massa. Ancor più giovane Charles Leclerc (19 anni) che dovrà dimostrare di meritare il volante di una Alfa Romeo che torna alle corse sia pure sotto “mentite spoglie” (motore Ferrari e aerodinamica Sauber) ma con tante aspettative da parte di chi non ha dimenticato gli antichi fasti del Biscione e i due titoli mondiali, nel 1950 con Farina e nel 1951 con Fangio. Farina è anche uno dei soli due piloti italiani campioni del mondo nella storia della F1; l’altro è Ascari nel 1952 e 1953.
E siamo ai pronostici per la stagione. La situazione che emerge dalle prove di Barcellona (e dalle prime prove libere di ieri per quello che possono valere in attesa delle qualifiche) sembra indicare ancora Hamilton e la Mercedes come il binomio da battere. A sua volta la Red Bull nelle ultime uscite ha fatto paura a molti e si candida quale seconda forza in campo al posto della Ferrari. A Maranello ostentano sicurezza, nel ricordo anche del trionfo dello scorso anno proprio nella gara d’apertura e rilasciano dichiarazioni ufficiali che suonano: “ Gran Premio d’Australia, buoni motivi per avere fiducia”. E Vettel aggiunge: “ …il mio obiettivo è vincere con la Ferrari e contro i migliori”. Dopo i 4 mondiali di fila messi in bacheca sono 5, per lui, gli anni di attesa del pokerissimo e dura addirittura da 11 anni la speranza della Ferrari di riconquistare un titolo piloti, fermo a quello di Raikkonen nel 2007, mentre il titolo costruttori manca dal 2008. Poche ore e tutto comincerà ad essere un po’ più chiaro.
E pazienza se non troveremo più le belle “ombrelline” a fianco delle monoposto sulla linea di partenza dei GP e se è stato cambiato l’inno della F1. I nuovi padroni americani della Liberty sono andati a farselo comporre a Hollywood. Sono le ultime novità della stagione, e tanto ce ne importa che quasi dimenticavamo di segnalarle. Buon Mondiale a tutti.