GP d'Ungheria
Vincere anche se si perde.
Questa alla fine la situazione dopo il Gran Premio d’Ungheria che ha visto ritornare al successo Lewis Hamilton con una McLaren davvero in forma e di nuovo competitiva nelle ultime due gare. Un dominio assoluto quello dell’inglese che dopo la pole position ha comandato senza troppi patemi la gara gestendo in tranquillità il vantaggio ridottissimo su Raikkonen, poco più di un secondo sotto la bandiera a scacchi.
Un GP, però, davvero noioso senza alcun sorpasso, con i soli cambi di posizione dovuti ai pit-stop ed al cambio di strategie dai box. Una cosa a cui non eravamo più abituati e che ci ha fatto ritornare indietro di qualche anno quando si formavano dei trenini di monoposto dove nessuno era in grado di tentare di sopravanzare il pilota davanti.
Molta della colpa va anche all’Hungaroring. Ogni volta che si corre su questo circuito ecco le lamentele per l’impossibilità a fare sorpassi ma nessuno si prende la briga di provare a modificare qualcosa per aiutare in qualche modo lo spettacolo. Dopotutto se corri in una specie di Kartodromo - è la seconda pista più corta del mondiale - con un rettilineo breve cosa vuoi fare? A niente infatti sono serviti gli stratagemmi inventati dalla Federazione, vedi gomme che si usurano o sistemi DRS per le ali posteriori, ma se va bene al circus, qualcosa da ridire noi ce l’abbiamo.
Soddisfatto Fernando Alonso che, nonostante il quinto posto al traguardo, ha da sorridere perché è riuscito a guadagnare due punticini sul secondo in classifica del mondiale, l’australiano Webber, solo 8° alla fine e ora distanziato di 40 lunghezze.
Merito appunto della bella gara di Hamilton che involontariamente ha aiutato il ferrarista ed anche del piazzamento a podio delle due Lotus con Kimi Raikkonen ancora una volta secondo (è la terza quest’anno) seguito dal suo compagno di squadra Romain Grosjean che quando non esce di pista nei primi giri dimostra di saper andare davvero forte. Ci hanno provato i due piloti delle auto nero-oro a rovinare tutto quando dopo l’ultima sosta ai box si sono trovati in staccata appaiati; come siano riusciti a non toccarsi è ancora un mistero.
Chi invece ha passato un weekend difficile è la Red Bull capace di portare solo al quarto posto il Campione del Mondo Vettel. Magra consolazione quella di aver preso qualche punto ad Alonso perché ce ne sono ancora 42 da recuperare. La vettura non è più lo schiacciasassi della scorsa stagione e continua ad alternare prestazioni positive a momenti difficili (Webber fuori dalla Q3 è la conferma) con il tedesco molto nervoso nella guida che vede Alonso sempre davanti a lui in classifica.
Se vediamo l’ordine d’arrivo dalla sesta alla decima posizione è un elenco di insoddisfatti guidati da Button ricaduto nell’anonimato dopo il secondo posto di Hockenheim, Massa in classifica in 9° posizione e nient’altro da ricordare e Rosberg 10°, con una Mercedes davvero in crisi. L’unico contento di questo gruppo è Senna alla fine 7° che per una volta batte il suo compagno di team Maldonado.
Un altro che non vorrà certo ripensare a questa gara è Michael Schumacher. Vettura spenta al via con conseguente restart, partenza dal box, foratura di uno pneumatico, velocità eccessiva in corsia box e per chiudere, il ritiro. Davvero troppo anche per lui.
Dopo la pausa d’agosto si torna su una pista vera a Spa la prima domenica di settembre. Buone vacanze a tutto il circus.