GP degli Stati Uniti In Texas vince Hamilton
C’è ancora la matematica a tenere viva la speranza di Alonso, un lumicino tenuto acceso dalla magnifica prova di Lewis Hamilton che ha tolto la vittoria a Vettel sul nuovo circuito di Austin, in Texas.
Alonso, come in tutta la seconda parte di questo campionato, si è difeso come ha potuto contando più sulla sua classe o sulla sua tenacia che non sulla Ferrari che non è riuscita a colmare il gap tecnico che la divide dalla Red Bull e dalla McLaren.
Sarà anche colpa delle gomme, ma sono una componente che, a loro volta, dipendono dalle sospensioni e dell’aerodinamica generale e quindi c’è poco da recriminare.
Del resto, non si vincono 3 Mondiali Costruttori in soli 8 anni di attività, come può vantare la Red Bull di quel genio di Adrian Newey.
Adesso si va in Brasile, sulla pista di Interlagos, con Vettel a 273 punti e Alonso a 260. Ci vuole, insomma, un miracolo vero, di progresso tecnico e di fortuna. Una “mission impossibile” o quasi per Alonso, ricordando anche che negli ultimi due GP in Brasile la Red Bull ha fatto “doppietta”.
Onore quindi e un non piccolo “grazie” ad Hamilton per la sua 21° vittoria in Formula Uno e dita incrociate per Alonso perché, in fondo, finché c’è vita, c’è speranza.
Vettel è campione se:
- precede Alonso o arriva dietro ad Alonso di massimo 3 posizioni;
- arriva 1°, 2°, 3° o 4°;
- arriva 5°, 6° o 7° e Alonso non vince.
- arriva 8° o 9° e Alonso arriva al massimo 3°.
Alonso è campione se:
- vince e Vettel arrivo al massimo 5°;
- arriva 2° e Vettel arriva al massimo 8°;
- arriva 3° e Vettel arriva al massimo 10°.