Moto GP Italia
Nella moto GP Lorenzo domina al Mugello e precede Iannone e Rossi.
La classifica del motomondiale parla chiaro, la lotta è una partita a due, riservata solo alle Yamaha factory. Rossi è al comando con 118 punti e precede Lorenzo con 112, in netta rimonta dopo 3 vittorie consecutive. E’ la 4a volta che il maiorchino vince tre GP di fila da quando è nella MotoGP! Dovizioso terzo, a quota 83 appare lontano, ancor più dopo lo stop del Mugello, dove si è ritirato per un problema tecnico quando era nel gruppo alle spalle del n99 blu involatosi subito dopo il via.
Le facce degli ingegneri e tecnici con stemma del triplo diapason (Yamaha) sono gongolanti, mentre nei box HRC schiumano di livore e rabbia per l’ennesimo flop, ma con tipico aplomb giapponese risulta solo a metà sui visi dei manager che considerano positivo il 4° posto di Pedrosa. Un risultato appena accettabile se paragonato al solito dominio delle moto con l’ala dorata, ma negativo se si considerano anche quelli dei team satellite.
L’unico vero sorridente è Lorenzo, che sta vivendo un momento di forma e velocità in pista spaventoso, assecondato da una M1 al top come prestazioni e guidabilità. E’ tornato al vertice anche il feeling col suo capotecnico, Ramon Forcada, che sul podio ha baciato a lungo il trofeo riservato al costruttore.
Si annuncia una lotta fratricida in Yamaha per il prosieguo del campionato per l’impasse tecnico e psicologico di Honda, tornata moto nervosa, con problemi all’anteriore e di complicata risoluzione stante l’espressa volontà di Marquez di non chiedere modifiche ma (semmai) di adeguarsi con la sua guida a queste condizioni. Il risultato è stato una partenza a cannone (era 13° in griglia), la veloce rimonta verso le posizioni alle spalle di Lorenzo e la solita caduta dovuta ad un errore di traiettoria alla staccata della Poggio Secco, un’altra curva indigesta per il campione del mondo, che ha sbagliato e fatto errori ad ogni crono. Non è certo un’annata facile per il campione del mondo, caduto quando era in zona podio. Voglia di strafare o di non accontentarsi? Era 3° davanti a Rossi, risultato valido tutti gli effetti, invece la solita chiusura dell’anteriore, sintomo di evidenti limiti della sua moto. Ora è lontano, a -49 da Rossi, quasi due vittorie di differenza come punti…
Nessuna festa tricolore dunque, ma non del tutto. Il 2° posto di Iannone (suo miglior risultato in MotoGP) dopo la pole del sabato ed il 3° di Rossi hanno permesso allo strabordante pubblico, oltre 100.000 e in prevalenza colorati di giallo, di fare la solita pacifica invasione di pista per festeggiare sotto il podio. Una festa a metà, che per Valentino rischia di esser preludio di qualcosa di amaro se in futuro continuerà a giocare in difesa. Per carità, Rossi ha corso e fatto punti rimontando alla grande, come da par suo quando è in gara, ma quando si parte dalla 3a fila e si deve recuperare si rischia di non raggiungere più chi s’invola. Ha il grande merito di ridare nuovo interesse dopo ogni metà GP poiché è impareggiabile la sua guida a gomme stanche o finite, ma ogni gara è una lotta contro il suo primo nemico, Jorge Lorenzo, il suo compagno di squadra, che ha la stessa moto e quando è in forma diventa un implacabile “martello”. Nella lotta contro Honda e Ducati Valentino ha quasi sempre la meglio, ma s’intravvedono a breve aspre battaglie per evitare sorpassi in pista ma soprattutto nella classifica iridata. Altro che sorrisi da “quasi amici”. Anche se è assente il famoso muro all’interno del box Yamaha, da Barcellona (prossima sede di GP) si assisterà ad una sana rivalità sportiva, un’accattivante ed esaltante esibizione di guida e pieghe al limite, degni soggetti di un esaltante futuro.
Un grande applauso va a Pirro e Petrucci, rispettivamente 8° e 9° all’arrivo con le Ducati in versione Open, posizioni che permettono di avere 4 italiani nei primi dieci classificati, ma lode anche per il 14° posto di Bautista, con l’Aprilia dotata del nuovo cambio seamless (anche in scalata), che ha superato lo scoglio gara. Melandri invece resta triste e sempre più mogio, con giri e crono a dir poco imbarazzanti, per le sensazioni negative che avverte dalla sua RS-GP. Se fosse rimasto nella superbike, avrebbe (forse) lottato per il titolo, invece per scelte poco oculate, Aprilia rischia di oscurare la fulgida immagine di 54 titoli iridati vinti e nel 2015 risultare “solo presente” sia in MotoGP sia tra le SBK.