Riparte la Formula 1. Nove tappe al termine e novità per la prossima stagione
Dopo la pausa estiva si riparte dal GP del Belgio di Spa-Francorchamps, uno degli appuntamenti classici nella storia della Formula 1. È un circuito dove, da sempre, hanno contato i motori e i piloti e non le gomme arlecchino di oggi con le relative strategie rompicapo e i regolamenti a tutto idonei tranne che a mettere in evidenza i reali valori sportivi in campo.
Ci si arriva con il duello Hamilton-Mercedes e Vettel-Ferrari che vede i primi con il vento in poppa di 24 punti di vantaggio nella classifica piloti e 10 in quella per costruttori. Come dire che, con nove GP ancora da disputare, la rincorsa che vede impegnati tutti gli uomini Ferrari - da quelli di Maranello a quelli del muretto e ai due piloti - è diventata quanto mai difficoltosa e tale da non concedere più il minimo spazio ad errori. Non li può più fare in particolare Vettel che a questo punto della stagione qualche “mea culpa” deve ammetterla pur disponendo, per ammissione degli stessi rivali, di un’ottima macchina, veloce e affidabile.
Spa-Francorchamps e subito dopo Monza diventano appuntamenti decisivi da mettere assolutamente a frutto per fare da base di lancio per una “remontada” irta di difficoltà,ma pur sempre possibile. Poi si partirà per l’ultimo giro del mondo - Singapore, Russia, Giappone, USA, Messico, Brasile e per l’atto finale ad Abu Dhabi di e sapremo ufficialmente chi dei due tra il lanciatissimo Hamilton e l’affannato Vettel inseguitore potrà fare pokerissimo con il 5º titolo mondiale. Che in Ferrari manca dal 2007 con Raikkonen e dal 2008 tra i Costruttori.
Intanto cominciano a prendere forma i team che ritroveremo nella prossima stagione e che vedono proprio per Raikkonen, che sembrava destinato ad uscire di scena, una possibile riconferma. Può incidere su questa soluzione di continuità la scomparsa di Marchionne e l’entrata in scena del nuovo presidente Louis Carey Camilleri di cui ancora non si conoscono gli orientamenti là dove Marchionne sembrava orientato a dare fiducia al giovane Leclerc che ha ben impressionato in Sauber-Alfa Romeo; potrebbe invece essere premiato passando alla più performante Haas-Ferrari, al posto di Grosjean che paga un’annata molto deludente.
Di certo c’è che Alonso, deluso dagli ultimi anni di carriera, lascia la Formula1 in cerca di altri palcoscenici dove cogliere quei successi che da troppi anni in F1 gli sono mancati per qualche sua scelta sbagliata e per mezzi tecnici inadeguati. Resta comunque uno dei più forti piloti in circolazione e la F1 perde un protagonista di valore assoluto. Il volante della McLaren rimasto libero passa nelle mani di Carlos Sainz al quale si può solo augurare che la McLaren si ricordi il più presto di essere la McLaren, non una comparsa sulla scena.
Altra novità di rilievo per la prossima stagione è l’uscita di Ricciardo dalla Red Bull insofferente del trattamento privilegiato (anche dal punto di vista economico) che il team riserva a Verstappen. Va ad accasarsi, con tutte le incognite e le prospettive del caso, in Renault cedendo il sul sedile sulla Red Bull, motorizzata Honda, a Pierre Gasly. Le ultime voci di cambiamenti riguardano il possibile, quanto clamoroso, ritorno in pista di Kubica al volante di una Williams, altra marca che deve rifarsi l’immagine e ricostruire un futuro degno del suo passato. C’è anche il rischio, in questo valzer di sedili che il giovane e promettente Ocon resti appiedato. E sarebbe un male per lui e, in proiezione, per la F1.
Quello che più conta è che la F1 si rilanci con quei regolamenti più funzionali e logici che anche Sergio Marchionne auspicava. Cominciando, come per fortuna sembra già deciso, da una radicale è diversa soluzione del problema gomme da ridurre nel numero delle mescole e delle confusioni che ingenerano.