Tremate, tremate le Alfa Romeo son tornate in Formula 1.
A volte ritornano ed è bene che sia così perché non era logico, e tanto meno utile, disperdere un capitale di tradizione, passione e gloria sportiva che, solo per restare nell’ambito della Formula1, vanta 2 Campionati del Mondo. E non due qualsiasi e con piloti qualsiasi: il primo, quello che nel 1950 inaugurava proprio la grande avventura del Mondiale di F1 con la mitica 158 di Giuseppe Farina (con Fangio secondo e Fagioli terzo) e Fangio concederà poi il bis l’anno dopo. Al di là di questo specifico richiamo diretto, l’Alfa Romeo ha poi motorizzato in Formula 1 monoposto portate in corsa da piloti come Lauda, Watson, Giacomelli, Brambilla, Piquet, Depailler, Andretti, Baldi, De Cesaris, Patrese, Cheever, Tarquini, Caffi per chiudere la sua presenza nel 1987 con l’Osella.
Torna ora, questo capitale di passione, esperienze e ricordi belli e brutti nel nuovo abbinamento con la Sauber che Sergio Marchionne ha voluto come “…passo significativo nella ricostruzione del marchio che potrà beneficiare dello scambio tecnico e strategico con un partner di esperienza indiscussa. Tutti gli appassionati di Alfa Romeo potranno tifare per un costruttore che è determinato a scrivere un nuovo capitolo della sua unica e leggendaria storia sportiva”.
Non una semplice e geniale operazione di marketing, dunque, immediatamente esplosa in tutto il mondo come e più di una campagna di immagine e pubblicità di straordinaria risonanza ed efficacia, ma un “passo” di un cammino che comincia e da affrontare con compagni di viaggio importanti: Ferrari che fornirà i motori e le power unit 2018, mentre il resto sarà compito dell’equipe tecnica guidata da Frederic Vasseur della Sauber.
Il nuovo team svizzero Alfa Romeo Sauber diventa in pratica un junior team di Maranello dove far crescere anche tecnici e giovani piloti della Ferrari Driver Academy. Tra questi potrebbe trovare posto l’italiano Giovinazzi; paiono però sicuri il monegasco Charles Leclerc campione mondiale di F2 e lo svedese Marcus Ericsson che porta in dote un ricco finanziamento dello sponsor personale.
Per ora va registrata (e certifica da un fulmineo passa-parola) l’euforia degli “alfisti” tutti. E noi tra questi.