Nissan, A2A e le colonnine di ricarica a Milano
12 colonnine a ricarica veloce per le vie di Milano.
Che Nissan sia (insieme a Renault partner nell’Alleanza tra i due costruttori) la marca meglio attrezzata nel settore dell’auto 100% elettrica è un fatto. E che ogni grande viaggio cominci con un piccolo passo, altrettanto.
Forte di questa posizione e di questa convinzione la casa giapponese si è messa in cammino da molto tempo e, non a caso, la Leaf è uno dei modelli ad emissioni zero più diffusi al mondo pur nella modestia dei numeri che ancora riguardano la diffusione dell’auto elettrica in Italia.
Sono dati che demoralizzerebbe chiunque, ma non Nissan Italia che, approfittando della cassa di risonanza di un evento come la finale della Coppa dei Campioni, ha deciso di regalare a Milano, insieme all’azienda elettrica A2A, 12 colonnine di ricarica rapida e di mettere a disposizione del pubblico un centinaio di Leaf.
Una operazione di indubbio richiamo e uno di quei “piccoli passi” di cui si parlava, utile soprattutto come ottimo esempio virtuoso per altre Amministrazioni, case automobilistiche e aziende private.
Restano però di piena attualità, e destano preoccupazione, alcune osservazioni cha partono da dati di fatto.
La prima riguarda, inevitabilmente, l’incidenza insignificante dell’auto elettrica sul parco circolante italiano come dimostrano le cifre. Secondo i dati UNRAE le auto elettriche immatricolate in Italia nel primo quadrimestre di quest’anno sono state 495 (0,1% del totale) cifra che si confronta con le 704 dello stesso periodo del 2015 con una perdita del -29,7%.
E’ quindi evidente che per quanto gli sforzi privati siano più che lodevoli, le dichiarazioni euforiche dell’Amministrazione milanese, nella persona dell’assessore Maran, per cui Milano avrà, con questa iniezione di colonnine “una delle infrastrutture di ricarica più virtuose d’Europa” sembra quantomeno esagerata.
Lo stesso vale per l’affermazione di fonte A2A per cui le 12 colonnine migliorerebbero “la qualità della vita dei cittadini”. Magari fosse così semplice.
Sempre da A2A non sono venute informazioni precise relativamente ai costi degli apparecchi di ricarica domestici per chi volesse attrezzare il suo garage, né sulle tariffe per l’energia che, stranamente, non sembra essere considerata una “fornitura” ma un “servizio”.
Restiamo quindi nell’area di una interessante operazione di marketing trainata da un evento sportivo importante, da portare ad esempio virtuoso di collaborazione tra aziende private con le amministrazioni pubbliche, locali e centrali, ancora inerti o quasi sulle indispensabili politiche dei trasporti.
L’aria delle città e la mobilità sostenibile migliorerebbero in modo ben piú sostanziale se si abbattessero, ad esempio, le emissioni industriali, quelle da riscaldamento, dei trasporti pubblici obsoleti, di certi processi produttivi, se i taxi delle grandi città fossero, per legge, essi stessi elettrici o, almeno, ibridi e così i veicoli adibiti a car sharing. Egualmente dovrebbero essere ad alimentazione elettrica o con auto ibride i parchi auto delle Amministrazioni comunali e regionali e anche, quando si capirà cosa sono, quelle delle città metropolitane.
E qui non basta la buona volontà (legittimamente interessata) di costruttori come Nissan. E tanto meno dichiarazioni e passerelle di amministratori che, in fondo, si sono limitati a concedere qualche permesso e ad accettare regali. Le dodici colonnine, appunto.