Toyota Mirai
Per il primo costruttore mondiale, e con la Mirai, il futuro è (anche) a idrogeno.
In quattro paesi d’Europa, Germania, Gran Bretagna, Danimarca e Belgio il lancio dell’auto a idrogeno è una realtà. E’ qui che Toyota dà inizio alla commercializzazione della berlina Mirai potendo contare sulla presenza e sullo sviluppo di una rete di rifornimento dell’idrogeno e su una adeguata politica di sostegno per i veicoli ad alimentazione alternativa, ibride, elettriche e, appunto, a idrogeno.
In questi paesi il prezzo di lancio si colloca attorno ai 66.000 euro, ma sono anche in corso corrette “azioni di lobbing” e accordi di vario genere con i Governi e le Amministrazioni cittadine. E’ un cammino obbligato, insieme allo sviluppo delle infrastrutture, per favorire il diffondersi di auto sempre più pulite, là dove Toyota si è particolarmente distinta da sempre per l’impegno, ad esempio con l’entrata in campo della Prius tra i modelli ibridi.
Venendo alla Mirai va precisato che si tratta sempre di un modello ibrido ma che usa la batteria a celle a combustibile alimentate da idrogeno. Questo, immagazzinato nel serbatoio viene immesso nel pacco a celle combustibile e, combinato con l’ossigeno che proviene dall’esterno genera l’elettricità che carica la batteria e alimenta il motore elettrico. Dallo scarico esce solo vapore acqueo. I particolari problemi che vengono dalla struttura del serbatoio dove è conservato ad una pressione di 700 bar, caratteristica questa che pone problemi serissimi in Italia dove la legge proibisce alle stazioni di servizio di erogare idrogeno a pressioni superiori a 350 bar. Un’altra dimostrazione dell’assenza di una seria politica di sfruttamento di una risorsa così importante disponibile e rinnovabile come, appunto, è l’idrogeno. Per questo Toyota è anche impegnata nella progettazione di nuove stazioni di rifornimento dove la ricarica non richiede più di tre minuti per assicurare una autonomia di 500 km.
Ricordiamo che l’idrogeno è uno degli elementi più disponibili in tutto l’universo e può essere prodotto da varie fonti: dal reforming dei gas naturali, dalle energie naturali come quella solare ed eolica e dai bio-rifiuti.
Quanto alla stessa Mirai contribuisce alla salvaguardia ambientale con il 95% delle componenti riutilizzabili mentre, per le batterie l’impiego di platino ha spinto Toyota alla creazione del primo network al mondo di recupero ed utilizzo dei pacchi riutilizzando al 100% delle batterie usate in Europa. In definitiva si è messo praticamente in moto il lungo cammino che ancora attende un utilizzo di massa dell’idrogeno per la mobilità ed altri possibili usi ma, come diceva il saggio del “libretto rosso” applicando il concetto ad altre situazioni “…qualsiasi lungo cammino comincia con un passo”.