Flavio Manzoni, Vice-President del Design Ferrari
Abbiamo incontrato Flavio Manzoni Vice-President del Design Ferrari al Mondial de l’Automobile di Parigi. Un’occasione imperdibile per parlare della sua ultima creazione la 458 Speciale A
Sta diventando una famiglia questa 458?
FM - Oggi presentiamo La 458 Speciale A, “A” come “aperta” è la serie limitata speciale che celebra il successo della 458 nelle sue diverse declinazioni, confermato dai numerosi premi internazionali e dalle vittorie in pista: tra queste il doppio titolo mondiale endurance (WEC) e le affermazioni di categoria nelle grandi classiche come la 24 Ore di Le Mans, la 24 Ore di Daytona e la 12 Ore Sebring.
Tu sei veramente famoso per la bravura con cui disegni però hai sempre l’umiltà di mettere davanti il Team, ti sei creato una scuola?
FM - Ciò che ho voluto costruire in questi cinque anni in Ferrari è una squadra di designer di altissimo livello, i migliori che sono riuscito a trovare in Italia e nel resto del mondo, capaci di comprendere il dna del Marchio attraverso la conoscenza della sua storia e tradurlo in idee, contenuti e forme innovative.Quindi una vera scuola di pensiero che bisogna assolutamente coltivare, creando all’interno del team un certo modo condiviso di vedere e comprendere l’identità e il linguaggio formale di Ferrari. Il team lavora molto bene proprio perché ha assimilato questi concetti.
Come si può dirigere un team di artisti, ciascuno con la sua personalità?
FM - Innanzi tutto attraverso la condivisione di una grande passione….Non è sicuramente semplice, ma siccome tutti sono mossi da un grande spirito di identificazione con il Marchio allora diventa naturale interiorizzare una visione,degli ideali e portarli avanti in maniera strutturata e organica.Ho la fortuna di avere trovato dei collaboratori davvero eccezionali, di grande talento e bravura che mi seguono. A volte li sprono e pretendo molto, come pretendo da me stesso perché raggiungere l’eccellenza comporta anche molto impegno e di sacrificio.
Ai miei tempi contava la matita, adesso non conta più?
FM - Conta sempre tanto, tantissimo. La matita rimane sempre l’oggetto, lo strumento di partenza per un designer. E’ il modo più immediato per abbozzare le prime idee e concetti, per comunicare in tempo reale un segno o una forma. Naturalmente utilizziamo anche i più nuovi strumenti di visualizzazione e modellazione virtuale con i quali è possibile ottenere in tempi brevissimi immagini e forme estremamente definite e dettagliate.
Gli artigiani, i fornitori aiutano in questo lavoro, qual è il contenuto che arriva da fuori della Ferrari, c’è una cultura italiana anche nella cura del particolare?
FM - Certo, la cura maniacale del particolare e nella lavorazione artigianale, perché una Ferrari per fortuna viene ancora realizzata in modo artigianale e si appoggia sull’abilità e sul know-how di tanti fornitori. In particolar modo la nostra selleria è quella che fa un lavoro magistrale nel campo degli interni, ma i fornitori ci aiutano anche nella fase creativa di un progetto.
In Ferrari l’artigianalità e la cura del particolare sono fondamentali nella realizzazione delle nostre vetture. Per ottenere questa eccellenza occorre necessariamente avvalersi dei migliori artigiani e fornitori presenti in Italia, ma anche nel mondo. Abbiamo una rete di collaboratori esterni, di studi, tra cui anche Pininfarina ed è proprio da questa sinergia, da questo lavoro di ricerca e dall’espansione delle idee nella fase iniziale del progetto che nascono le cose più belle.
Questa novità assoluta, la 458 Speciale A, ti ha posto qualche problema particolare per arrivare al risultato finale?
FM - Questa vettura è la spider più performante e potente mai realizzata da Ferrari, dotata di una serie di soluzioni di aerodinamica attiva e passiva inedite ed innovative. E’ stato grazie al lavoro svolto dal Centro Stile in sinergia con i nostri tecnici dell’aerodinamica quelli della progettazione che siamo riusciti a renderla anche bellissima.
La forma di una Ferrari è ovviamente funzionale alla prestazioni?
FM - Ogni centimetro di una Ferrari è studiato, disegnato e progettato per essere funzionale e prestazionale. Nel caso della 458 Speciale A ad esempio, la parte centrale del paraurti è dotata di due portelle che si aprono automaticamente a 170 km/h solo grazie alla pressione dell’aria, senza l’ausilio di motori, per deviare il flusso d’aria dai radiatori e migliorare il cx. Una seconda portella orizzontale interviene con le stesse modalità al raggiungimento dei 230 km/h. Tutto questo è stato prima sviluppato dal punto di vista tecnico e poi integrato nella forma grazie all’assimilazione da parte dei designer e alla successiva traduzione in forme coerenti.
Quindi: nasce un’idea, si parla con i tecnici, per sapere che cosa serve al progetto e poi si realizza. È questo il percorso?
FM - Si definiscono innanzitutto gli obiettivi in termini di prestazioni e conseguentemente le soluzioni aerodinamiche funzionali a questi obiettivi. Il lavoro dei designer è quello di comprendere a fondo i requisiti di progetto, assimilarli e farli diventare in modo armonico parte integrante del linguaggio formale della vettura.
E i risultati si vedono…